Abbecediscolo - Lettera B (Puntata n. 2)

Creato il 17 ottobre 2012 da Sulromanzo

Bestseller

Dite di non leggere bestseller e sembrerete “lettori forti”; dite di leggerli e sapremo a chi dare la colpa.
Tra i libri italiani, il bestseller per eccellenza è Il nome della rosa, edito da Bompiani nel 1980. Nel 2011, Umberto Eco l’ha riscritto per «renderlo più accessibile ai nuovi lettori». A seguire, nella classifica dei bestseller nostrani, Io uccido di Giorgio Faletti, edito da Baldini & Castoldi nel 2002. La versione facilitata non si è resa necessaria.

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Bidè letterari (o recensioni amicali)

Esistono diverse tipologie di recensioni. Io, ad esempio, ne ho individuate tre:

1) Bidè con l’inchino: recensioni amicali tra professionisti del settore. Spesso, possono essere un trampolino di lancio. Camilla Baresani recensisce I quattro canti di Palermo di Giuseppe Di Piazza sul Corriere della sera. Di Piazza, all’epoca, era direttore di Sette – il magazine allegato al Corriere – dove la Baresani scrive «a cottimo» e l’esordio letterario di Di Piazza avviene con Bompiani, con cui pubblica anche la Baresani. Certo, potrebbe trattarsi soltanto di un caso, il difficile sarà convincere Gian Paolo Serino

2) Bidè di scambio: recensioni amicali giocate a ping pong con tiri incrociati.
Emblematico il gioco ad incastro di L’Almanacco dello Specchio 2009 dove «un membro del comitato di lettura, Biancamaria Frabotta, recensisce il “libro assai bello oltre che importante” di uno dei due curatori, Maurizio Cucchi. E un altro membro del comitato di lettura, Alberto Bertoni, recensisce l’altro curatore, Antonio Riccardi; per poi, non pago, recensire pure la suddetta Frabotta, la quale recensisce a propria volta un terzo membro del comitato di lettura, Mario Benedetti.» Non si sa se l’almanacco sia riuscito bene. In compenso, il gioco di specchi non teme confronti!

3) Bidè in proprio: recensioni comode da farsi in ciabatte.
 Pare che Loredana Lipperini e Lara Manni condividano opinioni e connotati. EPF News, grazie allo scambio di commenti tra i propri utenti – e riprendendo la notizia apparsa su Satisfiction – riassume la vicenda da cui traspare la timidezza della Manni a farsi vedere in pubblico. Per fortuna, la Lipperini non si tira indietro quand’è ora di promuovere Esbat, l’ultimo romanzo di Lara Manni: si può sempre contare sul proprio amico immaginario.

Le recensioni che non rientrano in questa catalogazione editoriale sono da considerarsi frutto dell’umana perizia di un recensore fuori dal coro. Ci sono, sia chiaro, ma sono pochissime. Tutte le altre nascono con un’intenzione ben precisa e in tutto questo la deontologia professionale non entra nemmeno di striscio.

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Blocco dello scrittore

Dire di non averne mai sofferto fa di voi un semplice esordiente.
Tutti gli scrittori ne sono afflitti o ne sono stati colpiti in passato. Se la cosa non vi ha mai turbati, sentitevi un tennista senza il “gomito del” e una lavandaia con ginocchia in buono stato. Il blocco dello scrittore è la tara professionale di chiunque scriva, o dica di farlo. Raccontare di soffrirne farà di voi romanzieri navigati, farlo a cena vi consentirà di sorvolare sulla scelta del vino.

Naturalmente, si sprecano i rimedi.
Se state cercando un comodo espediente per uscire da quest’impasse, vi sarà certamente utile il kit creato da Elizabeth Dilk
La confezione contiene un dado che vi aiuterà a decidere da dove trarre ispirazione – flusso di coscienza o osservazione dei passanti? –, notes assortiti e matite pre-masticate. Se il lapis non abbisogna dei vostri canini, non sarete costretti a cibare le vostre nevrosi e potrete immediatamente passare alla fase creativa.
I consigli di Finzioni Magazine per affrontare tale cortina di carta arrivano direttamente dall’esperienza dei grandi: Zadie Smith lavora con un computer privo di connessione internet e Sarah Waters si impone un minimo di mille parole al giorno. Ogni scrittore ha i propri trucchi, chi non li ha si avvale di un ghostwriter.

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Buffet gratuito (vedi: Presentazioni letterarie)

Se proprio decidete di farvi odiare da amici e conoscenti con l’invito a una vostra presentazione letteraria, abbiate almeno l’arguzia di sottolineare la presenza del buffet gratuito. Non importa quanto il vostro libro sia interessante, mangiare a scrocco lo sarà comunque di più.


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