“Abbiamo fiducia nella giustizia”

Creato il 17 dicembre 2011 da Francesco Sellari @FraSellari

C’era scritto in un volantino piazzato nel loculo dove è stato sepolto Giuseppe Uva. Ieri è riemerso insieme alla bara dell’operaio morto nel 2008 a Varese, dopo aver passato alcune ore in caserma. Dopo oltre tre anni, le sue spoglie saranno nuovamente analizzate perché una recente perizia ha stabilito che Uva, contrariamente a quanto detto finora, non è morto per l’assunzione di farmaci incompatibili con l’alcol presente nel suo sangue al momento dell’arresto.

Col tempo sono emersi particolari molto inquietanti in questa vicenda: Uva che viene trasferito all’ospedale seminudo, con una sorta di pannolone al posto degli slip; le macchie di sangue ingiustificate all’altezza del cavallo dei pantaloni e nelle scarpe da ginnastica; le stesse scarpe che sembrano portare i segni di un’usura ingiustificata (la sorella afferma che erano nuove) come se Uva avesse opposto resistenza, puntando con forza i piedi al suolo, al tentativo di essere trascinato; la testimonianza di Alberto Bigioggero, l’amico arrestato con lui quella sera che ha raccontato di averlo sentire urlare, testimonianza che non ha dato seguito a un’indagine.

La sorella Lucia ha detto: “Lo sanno tutti ormai che lotterò fino alla fine per avere chiarezza su Giuseppe. Lui ormai è di tutti, la nostra battaglia è di tutti, e non solo mia“.


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