ABBIAMO TANTO DA IMPARARE...da "Le giornate del mio tempo".

Da Posacostantino

Abbiamo tanto da imparare. La crescita è fatta di capacità propria di considerare alla pari l’avere con il dare, nulla è dovuto gratuitamente. Di papà continuerò a parlarne ancora, ho grande rispetto per lui, non solo, perché mi ha messo al mondo e mi ha amato tanto, ma anche, perché ho capito crescendo quanto sia stato difficile per la sua generazione venir fuori da tanti anni di una terribile guerra. Mettere su famiglia, la ricostruzione, il rilancio dell’economia, figli da educare e crescere, avendo a disposizione pochissime risorse da poter utilizzare. Sicuramente i nostri padri hanno dovuto impegnarsi tantissimo per poter finalmente un giorno lasciarci in eredità una società fatta di opportunità e pace. Noi dovremmo ringraziarli e ricordarli, perché il sacrificio di tanti di loro e l’impegno di chi poi usciti vivi da una esperienza così terribile, come può essere una catastrofica guerra mondiale, ha fatto si che io, come tanti della mia generazione e tanti altri venuti dopo, abbia potuto vivere per tutta la lunghezza della mia esistenza, in un periodo fatto anche di tante contraddizioni  e vari disagi sociali, ma soprattutto di grosse opportunità, di tanta libertà di movimento, libertà di parola e opinione, avendo come riferimento la memoria del passato e grandissimi margini di crescita e miglioramento.
La storia di ogni uomo e dell’intera umanità dovrebbe servire continuamente ad ogni essere umano come una enorme banca dati, dove tutti dovremmo attingere costantemente l’essenzialità e la giustezza delle nostre azioni. Solo così sarebbe stato utile il sacrificio di tanti e noi tutti dovremmo intuire l’importanza dell’impegno generoso e rispettoso e far si che tutti  un giorno dovessimo sentirci anelli meritevoli della grande catena della umanità. Inoltre dovremmo anche saper accettare le critiche di chi ha veramente dato tanto per far si che noi tutti potessimo avere una vita fatta di vera libertà e avere anche la capacità e la modestia di non sentirci arrivati e dimostrare soprattutto quanto di buono i nostri predecessori con grande spirito di sacrificio hanno consegnato alle attuali generazioni.