E' incontestabile, il Pd ha vinto le elezioni, anzi, se proprio si vuole essere pignoli, bisogna dire che il Pd ha stravinto le elezioni. Se si parte infatti dal 98 a 45 per il centrodestra (ante voto) e si conclude con il 95 a 33 per il centrosinistra (post voto), c'è poco da dire, è inutile star qui a togliere la corrente alle lucciole, come potrebbe dire quello.
Se poi si passa in rassegna la Brianza dove spicca Como con una vittoria superiore al 70%, Monza con più del 60%, Lissone che passa a sinistra dopo più di sessant'anni e giù giù (o sù sù) fino a Lesmo che non ci credeva nessuno, dovremmo concludere che l'Emilia Romagna siamo noi.
Però, mannaggialamiseria, ci sono sempre dei però.
Tanto per fare un esempio e giusto per restare dalle nostre parti, a Monza su 95 mila aventi diritto sono andati a votare solo in 42 mila, meno della metà. E quindi quel 63% di votanti a favore di Scanagatti viene subito ridimensionato a circa il 30 %. Ciò vuol dire che tantissimi elettori "non di sinistra" (chiamiamoli così per comodità) questa volta sono rimasti a casa perchè letteralmente schifati dai forzaleghisti (e come dargli torto?!) ma, a dargli un alternativa più digeribile e più consona ai loro "gusti politici" chissà...
E qualche dubbio in effetti viene, allungando lo sguardo a Parma: il centrosinistra, che partiva dal 40 a 20 del primo turno, e rimasto fermo a 40 mentre il suo avversario ha ingranato la quinta stella ed è volato a 60. A occhio e croce potremmo dire quindi che se gli elettori "non di sinistra" vanno a votare, la musica cambia.
Nel lontano 1993, dopo lo sconquasso che tangentopoli portò nelle fila socialiste e democristiane, ci fu una tornata amministrativa dove l'allora Pds di Achille Occhetto la fece da padrone. Il settimanale l'Espresso si produsse in un'indimenticabile copertina dove giganteggiava il prode Achille in marcia sull'Italia, accompagnato dal titolo "Baffo di ferro!". Insomma, la presa del Palazzo (Chigi) era solo una questione formale. Di lì a poco arrivò però qualcosa di strano che non si capiva bene cos'era, ma in soli 3 mesi quella cosa diventò Forza Italia e mandò in frantumi i sogni sinistri.
Adesso:
dei sacrifici proMonti ne abbiamo piene le tasche (anzi, le abbiamo vuote);
abbiamo una legge elettorale che, seppur bruttissimissima, garantisce il 60% dei seggi alla coalizione che prende un voto in più degli avversari (e se è brutta la cambieremo al prossimo giro...);
degli avversari storici, attualmente, si comincia faticosamente a ricordare i nomi (berlucosa? boschi?);
i terzopolisti sono tantissimi nei palazzi ma pochissimi per le vie;
i grillini possono vantare tante facce per bene nelle elezioni amministrative ma alle politiche avranno la faccia ineluttabile di Grillo, e quello le spara troppo grosse, toppo violente e troppo fasulle per starlo a sentire davvero;
abbiamo la fortuna di avere una coalizione già fatta (Pd, Sel, Idv) che nella peggiore delle ipotesi supera il 40% ed è dotata di elettori a cui le primarie fanno lo stesso effetto che fa il viagra ad un settantenne.
Non si può dire ma qui lo diciamo:
perchè dare tempo al signorotto di Arcore d'inventarsi qualcos'altro, magari di tirar fuori una faccia meno trucida di quelle andate, per riportare al voto gli elettori "non di sinistra"?
perchè concedere all'altro comico (quello genovese) il vantaggio di soffiare ancora sul fuoco della rabbia (e della miseria) popolare?
Detta terra terra:
dato che il grosso di quel che doveva fare l'ha fatto e oramai arranca a vista d'occhio, non si può mandare Monti a mare (di pretesti è piena la politica), correre alle urne e governare l'Italia in tempesta sfruttando il vento favorevole che viene da sinistra?