Àbito
Dal latino habĭtu(m) ‘caratteristica esteriore’, derivato di habēre ‘avere’.
Sostantivo maschile.
1. Vestito, in uno o due pezzi, che copre sia la parte superiore sia quella inferiore del corpo: abito estivo, da sera, da uomo, da cerimonia; per la serata è richiesto l’abito scuro.
Abito ecclesiastico o talare: quello usato ordinariamente dagli ecclesiastici, distinto dalle vesti liturgiche, per distinguersi dai laici.
(plurale) Insieme di indumenti, e anche di accessori di abbigliamento: ha lasciato gli abiti in albergo.
2. (filosofia) Da Aristotele alla filosofia contemporanea (J. Dewey, B. Croce), disposizione stabile, innata o durevolmente acquisita, a essere o comportarsi in un certo modo nella vita affettiva, pratica, intellettuale.
Nell’uso corrente, atteggiamento, inclinazione: abito mentale; si viene a fare nell’animo un certo abito di diffidenza perpetua, ch’è uno de’ maggiori diavoli che possano cacciarsi nel corpo (Gozzi); gli abiti in me sono radicati per modo, che niuna forza gli può svellere (Leopardi).
3. (biologia, medicina) Habitus.
4. Scapolare, con questa accezione è molto piu comune abitino: colla mano sulla stanga, e l’abito della Madonna fra le labbra (Verga).
Una (parola) giapponese a Roma
Bonsài
Voce giapponese, propriamente ‘che cresce in un vaso piatto’.
Sostantivo maschile e femminile invariabile.
1. Tecnica di coltivazione con cui, attraverso continue potature e altri accorgimenti, alcune piante, specialmente ornamentali, vengono contenute in dimensioni di gran lunga inferiori a quelle che assumerebbero naturalmente.
2. La pianta stessa così coltivata.
Albero nano.
Aggettivo maschile e femminile invariabile.
1. Si dice di pianta coltivata con questa tecnica: un ciliegio bonsai.
2. (scherzoso) In miniatura, molto piccolo: una casa bonsai.
Con la parolata fresca torna anche il concorso più malacologico del web, giunto oramai al trentunesimo libro.
Trentunesimo libro, primo indizio
Anatre? Cosa c’entrano le anatre?