Questo è quello che pensano in molti degli albionici. Che alla fine siano un popolo dalle abitudini semplici, nonostante tutti i loro grandi giri di parole per dire due cose in croce: "Mi piaci molto, ma non penso che ora come ora sia il momento giusto per stare insieme, ho troppe cose da fare, sono molto occupato, ho l'agenda sempre piena. Scusami"; nonostante i loro perplessi metodi di comunicare quando una cosa non va bene:"Non mi piace molto, nel senso, va molto bene, ma cambierei delle cose, tipo cambierei tutto, ti andrebbe di rifarlo? Ma non dico tutto, solo più della metà ecco"; tralasciando la loro incredibile capacità di trovare sempre qualcosa di cui lamentarsi e poi farsi offrire tutto: "Questa salsa al burro ha troppo burro. Non voglio pagare".
La realtà dei fatti è: sono dei rompi maroni non indifferenti. E sono anche un popolo pieno di usanze straordinarie, che, quasi sempre, coinvolgono quantitativi di alcool da collasso per coma etilico.
Lavorare in un pub, primo ed assoluto fondamento della cultura inglese, insegna allo straniero in landa Albionica abitudini di questo popolo sempre pronto a bersi una pinta, a noi assolutamente sconosciute.
La prima fra tutte è il connubio indivisibile riunione di lavoro serissima- alcool a secchiate.
Gli inglesi amano fare le riunioni di lavoro al pub. Lo adorano proprio. Si siedono, ordinano nell'ordine: birra, vino, super alcolici, poi di nuovo birre, poi di nuovo vino e ricominciano il giro, parlando di numeri, business, con quelle facce tutte serie, che piano piano diventano sempre più rosse, e i completi neri gessato viola indossati con queste belle camiciole rosa, che alla prima pinta si slaccia il primo bottone, e all'ultima si slaccia l'ultimo bottone, quello lì sullo stomaco che la bira gonfia un po' tutti.
Li vedi lì, seduti, con fogli che si riempiono di stampi di birra e macchie di vino rosso, e ti chiedi di cosa staranno mai parlando, con tutto quell'alcool in corpo.
Poi ad uno scappa un rutto mentre parla del budget per l'anno a venire e tutti ridono e così si pone fine a sto meeting del cazzo, e il capo ordina doppi gin tonic per tutti e via. La giornata è finita.
Tutto questo vale anche per il venerdì, giorno considerato totalmente inutile nella cultura anglosassone e per questo affogato nell'alcool durante la pausa pranzo.
Le mamme albioniche vogliono che i piccoli bambini inglesi imparino le buone abitudini fin da piccoli, ed eccoli quindi a passare giornate seduti in passeggini a giocare con i loro giochini mentre la mammina cara si beve quelle due o tre bottiglie di vino con le amiche, a parlare di pannolini, poppate e a cambiare i suddetti pannolini sui tavoli del pub. "Ma come, non avete un fasciatoio?" No, non abbiamo il fasciatoio. E' un pub, signora, porco giuda. "E io dove cambio mia figlia?" Signora, non lo so, mi spiace. Mi scusi. "E' ok se la cambio per terra?" Signora, ma che a me lo chiede? Cambi pure sua figlia in mezzo al pub, per terra. Le dia anche un gin tonic, perché no? Scommetto che fa bene ai dentini.
Ma l'ultima, incredibile abitudine di cui non ero a conoscenza, o meglio, di cui ero a conoscenza ma speravo davvero fosse uno scherzo, è il party per i funerali.
L'idea della festa al funerale è: bere.
Bere perché così ci si dimentica i brutti pensieri.
Bere così parliamo dei bei momenti che abbiamo passato con il defunto.
Bere perché brindiamo alla bellissima vita del defunto.
Bere così ci si racconta che cosa si è fatto questo Natale e così sbronzo la nipote dello zio appena mancato e me la porto a casa.
Bere, così sbronziamo la vedova che diventa allegra tutto d'un tratto e ti prende da parte e ti dice che la festa è venuta benissimo, che lei è così contenta di festeggiare la morte del marito in un pub, che sei una persona tanto cara per capire il suo dolore e aver accettato di organizzare questa festa nonostante sia un venerdì sera e tutti gli altri clienti siano scappati. E signora, in realtà nessuno mi aveva detto che era un funerale, ma va bene così, signora. Condoglianze?
"Macché condoglianze, un prosecco?"
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