Collegare tutte le premialità retributive al conseguimento di obiettivi “reali”
- chiari, ben identificati e ben definiti nelle loro componenti, cioè non devono lasciare margini ad interpretazioni
- misurabili, cioè il loro raggiungimento o meno deve essere un fatto oggettivo, e non una valutazione soggettiva
- sfidanti, cioè devono rappresentare un miglioramento per l’azienda; non si deve definire come obiettivo il normale lavoro
- raggiungibili, cioè non devono essere un qualcosa di irrealizzabile
- temporalmente definiti, cioè devono essere specificati i termini entro quando devono essere raggiunti
- significativi per il livello di responsabilità dell’ interessato, cioè adeguati alle sue possibilità
- concordati e discussi con l'interessato, che deve, a sua volta, avere le leve per conseguirlo
L'adozione della gestione per obiettivi, peraltro, dovrebbe richiedere una stretta integrazione tra il sistema di pianificazione e controllo, il sistema di valutazione del personale e il sistema incentivante. Chi conosce la realtà organizzativa di questa azienda, sa bene che molte delle caratteristiche indispensabili per un ottimale funzionamento del sistema MBO, sono carenti o del tutto assenti. Peraltro, i sottosistemi necessari si limitano a quello di pianificazione e controllo, peraltro, fortemente depotenziati.Accade, quindi, che il premio derivante dal MBO perda, nella sua pratica attuazione in questa azienda, la sua valenza di stimolo ad una corretta e incrementale produttività, finendo per essere solo un elemento aggiuntivo della retribuzione, solo lontanamente apparentato con le sue finalità teoriche. È fondamentale, quindi, implementare i sistemi mancanti per garantirne il corretto funzionamento. Ma, soprattutto, occorre creare, con le risorse impiegate per indennità di carica e MBO vigente, un unico grande calderone, da cui attingere per dar vita ad un sistema moderno di valutazione ed incentivi, a cui dovrebbero partecipare anche tutti i livelli impiegatizi. Quadri, e funzionari in genere, non possono raggiungere gli obiettivi se non sono coadiuvati e sostenuti dal lavoro di squadra dei loro più stretti collaboratori. L’estensione a tutti genererebbe non solo maggiore equità retributiva interna, ma anche aumento della produttività generale. Le riduzioni di organico a cui ci apprestiamo, inoltre, devono essere compensate da un aumento di produttività individuale che va in qualche modo riconosciuta retributivamente. L’appiattimento della struttura organizzativa che ho proposto deve essere accompagnato da una diversa e più moderna ridistribuzione salariale. Finora, si era ovviato a questa discrepanza utilizzando lo strumento della prestazione straordinaria e delle diarie (fortettizzate e non) che garantiscono il controllo dei capi ma che determinano, però, distorsioni nei rapporti individuali all’interno delle varie unità organizzative. Lo straordinario come leva indiretta della produttività è figlio di un’epoca sorpassata non solo dai progressi tecnologici ma anche penalizzata dal diverso approccio nel rapporto capo-collaboratore, che una più evoluta coscienza individuale genera. Dobbiamo, pertanto, cogliere il momento di questo cambiamento forzato per ridiscutere le logiche obsolete e proporre nuove modalità organizzative e retributive. Far confluire le indennità dei funzionari e il monte-straordinario degli impiegati in un unico contenitore da ridistribuire con modalità diverse e perequative deve essere l’obiettivo comune.
Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
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