Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la riorganizzazione delle province portata avanti dal governo Monti con decreto legge, il governo ha oggi scelto la strada, che è quella maestra, del disegno di legge costituzionale. Il superamento delle province, avverrà, se avverrà, attraverso una modifica della Costituzione. La scelta del governo Monti era, tra l'altro, solo parziale, poiché riorganizzava le province riducendone il numero in rapporto all'estensione territoriale ed alla popolazione. Il presidente dell'Unione Province Italiane, Antonio Saitta, non si dà per vinto, convinto che «il Governo si accorgerà presto che in Parlamento, dove il rapporto con i territori e le comunità è forte, le posizioni su questo tema sono diverse. I parlamentari conoscono bene quali problemi si troverebbe a dovere affrontare il Paese con l’eliminazione delle Province e il caos e la perdita di diritti e servizi essenziali che ne deriverebbe per le comunità. Sanno che l’Italia non è il paese delle metropoli ma delle piccole città, che senza Province resterebbero abbandonate. E sanno anche che le riforme vere, quelle che ancora il Governo non ha iniziato ad abbozzare nella furia di eliminare le Province, sono molto più urgenti». Personalmente, ritengo che si sia già perso abbastanza tempo nell'attesa dell'eliminazione delle province, un livello di governo che già l'introduzione a regime delle Regioni nel 1970 aveva reso inutile ed anacronistico.
Abolizione delle Province: si tenta ora la strada della modifica costituzionale
Creato il 05 luglio 2013 da Gaetano61Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la riorganizzazione delle province portata avanti dal governo Monti con decreto legge, il governo ha oggi scelto la strada, che è quella maestra, del disegno di legge costituzionale. Il superamento delle province, avverrà, se avverrà, attraverso una modifica della Costituzione. La scelta del governo Monti era, tra l'altro, solo parziale, poiché riorganizzava le province riducendone il numero in rapporto all'estensione territoriale ed alla popolazione. Il presidente dell'Unione Province Italiane, Antonio Saitta, non si dà per vinto, convinto che «il Governo si accorgerà presto che in Parlamento, dove il rapporto con i territori e le comunità è forte, le posizioni su questo tema sono diverse. I parlamentari conoscono bene quali problemi si troverebbe a dovere affrontare il Paese con l’eliminazione delle Province e il caos e la perdita di diritti e servizi essenziali che ne deriverebbe per le comunità. Sanno che l’Italia non è il paese delle metropoli ma delle piccole città, che senza Province resterebbero abbandonate. E sanno anche che le riforme vere, quelle che ancora il Governo non ha iniziato ad abbozzare nella furia di eliminare le Province, sono molto più urgenti». Personalmente, ritengo che si sia già perso abbastanza tempo nell'attesa dell'eliminazione delle province, un livello di governo che già l'introduzione a regime delle Regioni nel 1970 aveva reso inutile ed anacronistico.
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