Sono nata a Pietroburgo nel 1861, in anni difficili in cui i servi della gleba cercavano il loro riscatto sociale. Di me hanno detto tutto e niente, alcuni mi hanno amata e invocata, altri hanno poi vuotato le loro sacche di parole velenose contro la mia persona.C'è chi mi ha definito “ossessione”, altri “amore”, altri solo “fascino”.Hanno detto che riuscivo ad affascinare chiunque: Nietzsche e Paul Rée, scrupolosi professori, anziani teologi svizzeri, giovani studenti che mi scrivevano lettere innamorate, anziane signore; incarnavo in maniera diversa i sogni di ciascuno, come se fossi la proiezione di tutti coloro che incontravo.Attraevo e respingevo e più respingevo e più questi erano attratti da me.Hanno detto che due uomini si sono uccisi per me, io non ne son così sicura. Ferdinand Tönnies mi circuì, Gerhart Hauptmann mi invocò, Franz Wedekind penetrò, hanno detto “inutilmente” nella mia stanza d’albergo, e cosa significa quell'”inutilmente”, forse che quell'uomo dovesse per forza ottenere qualcosa? E nessuno si è mai chiesto come mi son sentita dopo quel gesto? Quasi che fossi solo una mantide in cerca di un nuovo amante da uccidere, mi hanno accusata di aver troppo fascino, ma ero solo una donna, una giovane donna.A vent'anni ho nascosto il mio corpo dentro un vestito nero, con taglio severo e solo un po' di pizzo al collo e ai polsi a ricordare la mia femminilità e, nessuno si è chiesto: “perché?” C'è un perché se una giovane donna si sente costretta a nascondersi dentro un abito. I perché possono essere tanti o anche solo uno, ma c'è sempre un perché. Tutti si aspettano che io incarni il loro sogno incestuoso, per uno sono la figlia sognata, per l'altro la figlia perduta. Mi presento in modo infantile tutti mi chiamano : “Mia cara bambina”, ma io volevo solo dominare me stessa e non gli altri, riuscivo a capire gli altri meglio di quanto gli altri non capissero se stessi e, ogni volta diventavo loro.Probabilmente gli affascina di me la mia intelligenza, poiché il mio corpo l'ho nascosto, segregato, l'uomo si stupisce sempre di trovare in una donna pensieri che vadano oltre i discorsi frivoli dell'imbellettamento, come se fossimo solo soprammobili o zerbini e, sempre si stupiscono quando la bellezza e l'intelligenza camminano a braccetto allora si sentono in dovere di conquistarti, di ammaestrarti, di possederti e, così che diventi per loro un ossessione. Ossessione come lo fui per il mio amico Friederic quando lo vidi la prima volta fui spinta verso di lui da un motto di tenera ammirazione e lui scambiò questo per amore, mi dedicò parole goethiane e quella frase è ancora impressa nella memoria universale.Ma io dopo un sogno ebbi solo l'idea di quella trinità spirituale che doveva tenere uniti me, Paul e Friederic, naturalmente non sapevo a quel tempo che quell'amore puro che io provavo nei loro confronti e che in essi invece, era erotico, si sarebbe trasformato in odio e liti feroci, ma pensavo anche che le liti erano buone per la nostra amicizia poiché erano un modo per confrontarci animatamente su molte cose.Ossessione, si, lo diventai per Friederic, che trasformò quell'amore in odio, ma ne nacque anche la sua opera più profetica e illuminante che altro non è che il suo errante Zarathustra, ma quante parole amare mi ha dedicato in quelle pagine: tutte le ho riconosciute.Ossessione e fascino, mi hanno definita, ma non credo di essere solo questo, se così fosse stato non mi spiego perché un uomo come Sigmund mi abbia accettato alle sue riunioni del mercoledì, c'è chi ha canzonato i nostri discorsi, le nostre parole, ma noi cercavamo solo la verità di noi stessi.Qualcuno ha scritto : “Con sé, attraverso gli anni e le figure di uomini che aveva percorso, Lou Salomé non aveva portato molto d’altro, tranne l’intollerabile fioritura del fascino.”Io ora dico che credo di non essere stata solo questo, certo è che non tutti sono stati così grati da dire come e dove ho contribuito al successo delle loro opere, né ad ammettere che una donna oltre un corpo possa avere anche un cervello e pensieri che vadano oltre il superficiale ed il pettegolezzo, cè anche chi non ha amato in me quel senso di ribellione e quella ricerca d'altro che era, forse anelito verso la verità e la libertà di pensiero; c'è chi non ha visto bene i miei viaggi e la mia carriera di scrittrice e, ancor meno quella di psicoanalista; c'è chi ha visto in me una strega e, forse quando dopo la mia morte la Gestapo entrata in casa ha preso i miei scritti e i miei libri buttandoli dentro un magazzino qualcuno avrà benedetto quel gesto e avrà fatto la croce, ringraziando quel dio che invece io avevo rinnegato. Ora io dico solo una cosa : “ ho vissuto solo la vita che ho voluto e, qualunque interpretazione resta vana senza il pensiero di chi, l'ha vissuta in prima persona”.
Lou Andreas Salomé.
Di Simonetta Frongia