Dieci punti restano tra Vettel e Alonso quando ne sono in palio altri cinquanta. La prospettiva è gustosa. Ma il rush finale prima di Abu Dhabi s’era acceso anche dal punto di vista tecnico. E il centro della disputa se l’è guadagnato la Red Bull, che le accuse le ha mandate, ma le ha pure ricevute.
Autorsport rivelava che la discussione alla vigilia delle prove libere degli Emirati verteva su un espediente che secondo la Red Bull stanno impiegando o perlomeno valutando alcune squadre – il paddock dice McLaren e Ferrari – per migliorare il raffreddamento dei freni. In particolare, il team di Newey contesta l’adozione di una striscia bimetallica che in base alla temperatura del materiale d’attrito dei freni si dilata e si contrae e quindi lavora da attuatore termico.
La lettera con cui la Red Bull pretendeva chiarimenti da Charlie Whiting metteva in evidenza il fatto che un sistema del genere “non reagisce direttamente all’input del pilota”, mentre invece l’articolo 11.1.4 del regolamento tecnico impone che il funzionamento di qualsiasi elemento riconducibile ai freni non può essere né reimpostato né indipendente dall’azione del pilota.
La FIA venerdì ha risposto che l’interpretazione della Red Bull non fa una piega e quindi il sistema, ammesso che qualcuno effettivamente l’abbia montato, è fuorilegge.
Nel frattempo però il marchio delle lattine è finito nel mirino della concorrenza perché ha preso corpo un’altra controversia tecnica che trova radici nello strisciamento sospetto del fondo piatto di Vettel in India, un episodio che si è riproposto sulla macchina di Webber nelle libere a Yas Island.
Come a Nuova Delhi, la RB8 ha cominciato a sparare scintille a valanga e poi da sola si è assestata. Ma sull’asfalto ha sparso una scia di liquidi che in India non s’era notata. Negli Emirati circolava la voce di un danno a un correttore idraulico che in base al principio dei vasi comunicanti permette alla Red Bull di spostare acqua e olio tra avantreno e retrotreno per bilanciare il telaio e correggere l’assetto, quando invece le norme vietano categoricamente di utilizzare i liquidi come zavorra e, comunque, di modificarne il livello. Lo ha confermato pure la Federazione su sollecitazione della Ferrari.