Abusi sessuali dei preti sui bambini: la Chiesa combatte la sua battaglia anche con la politica.

Da Cagliostro @Cagliostro1743

Continua ad essere accesa negli Stati Uniti la polemica sugli abusi sessuali commessi da membri del clero nei confronti di minori.
La battaglia non si svolge solamente nelle aule dei tribunali, nei media e presso l’opinione pubblica ma anche nelle aule parlamentari. Nel 2012 i parlamentari dello Stato della California avevano approvato una legge che dava più tempo alle vittime di abusi sessuali di ricorrere civilmente contro i loro aguzzini. A causa di questa legge la Chiesa aveva pagato circa 1,2 miliardi di dollari come risarcimento alle vittime ed aveva pubblicato migliaia di documenti che dimostrava come i vertici della Chiesa americana, tra cui il cardinale Roger M. Mahony di Los Angeles, avessero protetto dalla legge i preti molestatori.
I legislatori della California avevano presentato un nuovo progetto di legge che avrebbe dato ad alcune presunte vittime più tempo per fare causa ma questa volta la Chiesa è scesa sul piede di guerra ed ha assunto addirittura cinque società di lobbying e speso decine di migliaia di dollari per combattere il disegno di legge (Sb 131). Due vescovi hanno incontrato l’autore della legge per esporre le loro ragioni mentre – come riporta il Los Angeles Times – nell’arcidiocesi di Los Angeles monsignor José H. Gomez ha messo in guardia i parrocchiani sul giornale della chiesa affermando che il disegno di legge «mette i servizi sociali e il lavoro educativo della Chiesa a rischio» esortandoli a fare pressione sui legislatori affinché non lo approvino.
Secondo Gomez la Chiesa «deve affrontare sfide profonde da parte del governo» ed ha citato la proposta Sb 131 come esempio senza però spiegare quali effetti avrebbe prodotto. «Preghiamo per la nostra libertà religiosa (…) e cerchiamo di esercitare quella libertà contattando i nostri legislatori sulla Sb 131»: ha concluso Gomez che – come costume di molti cattolici – non ha potuto non tirare in ballo la libertà religiosa. Dal momento che la legge della California del 2012 aveva avuto effetto, i legislatori di altri Stati avevano presentato simili testi di legge sostenendo che le cause civili sono uno strumento fondamentale per le vittime di abusi per ottenere giustizia. Purtroppo solo altre tre Stati – Delaware, Hawaii e Minnesota – le hanno approvate. Secondo Marci Hamilton, professore presso la Benjamin N. Cardozo School of Law alla Yeshiva University di New York ed esperto di cause per bambini vittime di abusi sessuali, la mancata approvazione è in parte dovuta agli sforzi della Chiesa cattolica che ha ha assunto lobbisti ed usato vescovi per cercare di influenzare i legislatori.
A causa dell’opposizione della Chiesa la Sb 131 non è stata approvata dalla Camera del parlamento californiano. Paula Treat, attivista a favore delle vittime di abusi sessuali e lei stessa vittima di abusi, ha testimoniato che aveva trascorso anni in terapia a causa degli abusi che avevano avuto inizio quando era in seconda elementare: «Io vado a dormire ogni notte pensando che, se fossi stata in grado di parlare, altri bambini non sarebbero stati abusati». Alzando la voce per la rabbia ha aggiunto che anche lei era stata educata come cattolica concludendo: «Mi vergogno della mia Chiesa».


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