Il primo caso è quello delle reti di uffici, scuole, biblioteche o altro. Chi le ha programmate, ha anche inserito una lista di siti a cui non è consentito l’accesso. Le possibilità di aggirare il blocco e accedere lo stesso a siti vietati dipendono dalla cura con cui la rete stessa è stata progettata: di solito, un modo per aggirarle lo si trova sempre.Il più semplice è Google. Chi mai bloccherebbe l’accesso a Google, in un ufficio o in una scuola? Nessuno! Eppure, Google ci offre alcune scappatoie per aggirare un blocco, disponibili anche per chi sa poco o nulla di computer. Per esempio, possiamo accedere alla copia cache di una pagina, come già spiegato: è possibile che non sia aggiornata al giorno stesso, ma se dobbiamo leggere una pagina o un articolo, sarà più che sufficiente. Un altro sistema, sempre con Google, è di ricorrere al suo traduttore: copiamo l’indirizzo della pagina a cui vorremmo accedere, inseriamola nel traduttore ed ecco che la pagina si aprirà. In entrambi i casi, la spiegazione è semplice: il filtro della rete ci impedisce di accedere direttamente a quella pagina, ma non impedisce a Google di accedere. Quindi, noi accediamo a Google e sfruttiamo un servizio di Google per far accedere Google stesso alla pagina che ci interessa.Un altro sistema, più complicato, è quello di utilizzare un proxy. Ho già spiegato in altre pagine come funzionano i proxy, per cui non mi dilungherò qui nel ripeterlo; a ogni modo, anche in questo caso si tratta di un accesso indiretto al sito bloccato. Noi ci colleghiamo al proxy ed è poi il proxy a collegarsi al sito che ci interessa. E il blocco è aggirato.Se infine non ci accontentiamo e vogliamo un sistema ancora più sicuro, allora c’è per noi Tor Browser, altro programma di cui ho già parlato. Lo possiamo tenere su una chiavetta, collegarla alla presa USB del computer e poi usarlo per navigare in modo anonimo e alla faccia di qualsiasi blocco.
Il secondo caso di blocco è quello in base all’origine del nostro collegamento. Ogni volta che ci colleghiamo a internet, infatti, ci viene assegnato un indirizzo IP, che è l’indirizzo a cui si trova il nostro computer. Il sito in questione controllerà l’IP del nostro computer, quando proviamo ad accedere, e ne osserverà l’origine: se l’IP non appartiene al paese a cui è consentito l’accesso, allora saremo bloccati. Come è facile immaginare, per aggirare un sistema di controllo come questo si può utilizzare un proxy. Basta sceglierne uno che appartenga al paese a cui è consentito l’accesso, usarlo ed ecco che potremo entrare. Se l’accesso è permesso solo ai residenti in Italia, usiamo un proxy italiano; se è solo per i residenti in Francia, usiamo un proxy francese. E così via.
Il terzo caso, ossia il filtro governativo, è ovviamente il più complicato da aggirare. Dipende molto da quanto rigidi sono i filtri e da quanto sono stati programmati con cura. Per accedere, o almeno per vedere, siti bloccati dal governo italiano, spesso è sufficiente utilizzare le funzioni di Google che ho già presentato prima: la copia cache, oppure il traduttore. Se poi vogliamo anche interagire col sito in questione, allora possiamo ricorrere a un proxy e non avremo problemi.Governi più seri, invece, utilizzano anche sistemi più difficili da aggirare e Google non basterà più. Anche un proxy normale potrebbe non bastare. In quel caso, Tor può essere un valido aiuto, sia nella versione “portatile”, ossia Tor Browser, sia nella versione integrata con Vidalia. In aggiunta, Tor ci garantisce anche un alto livello di anonimato, che è sempre utile quando abbiamo a che fare con governi che amano la censura e il controllo delle informazioni. Risultati anche migliori si possono ottenere unendo Tor e un sistema come Privoxy, per aumentare soprattutto la sicurezza personale: è sempre meglio andarci molto cauti e usare una protezione in più, in certi casi...
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