In questi giorni di nebbia e gelo, mentre osservavo il mondo fuori dalla mia finestra, riflettevo sull'accettare se stessi.Io ho 25 anni, un esame dalla laurea e la tesi che non riesco a scrivere. Fino a una settimana fa stavo andando in crisi, volevo fare tutto, e stavo facendo tutto, male. Adesso, dopo vari mal di pancia e notti insonni ho capito che stavo sbagliando tutto. Ho riflettuto a lungo, e ho accettato questa cosa che mi stava divorando la vita, il pensiero di finire fuori corso, il mio terrore. Ho parlato con un'amica e con il mio ragazzo, mi hanno tranquillizzato e mi hanno detto non-succede-niente ( a parte pagare l'allegra tassa d'iscrizione con mora). Hanno ragione mi son detta.Dopo questo travaglio interiore ho affrontato i miei. Gli ho detto del mal di pancia, della tesi che mi chiede molto tempo, molti libri (libri e ancora libri), che stavo male. I miei genitori hanno capito, capiscono sempre, mi hanno rimbrottata ma hanno capito. Pensavo di deluderli, ma alla fine la persona che più è rimasta delusa da tutto questo sono io.Sono sempre stata molto severa con me stessa, e lo sarò sempre probabilmente, andare fuori corso è il massimo dei torti che potessi farmi. Comunque ho accettato quello che sono, per forza: o questo o il fallimento esistenziale. Si beh, io mi sento un po' fallita, ma non troppo. Ho dentro solo rabbia verso me stessa, per non aver rispettato i tempi, per avere paura e per non aver lottato per vincerla, per essere insicura, per non essere diversa da quello che sono. Quindi avevo deciso: basta insicurezze, andrò fuori corso, anche se è solo per scrivere la tesi. Io sono una persona nella media, non sono eccezionale, voglio finire tutto, ma voglio farlo almeno benino, e sopratutto non voglio più studiare. Aspetto con ansia quest'ultimo esame, poi farò la tesi, così avevo deciso.Poi all'esame di Letterature Comparate capita lì quella ragazza, a caso, che chiede informazioni sull'esame a un'altra...e mentre io sono lì a trattenere il vomito-da-esame, ecco che si raccontano le storie della loro vita davanti a me: questa ragazza era praticamente come me: 2 esami, uno appena fatto, una tesi da scrivere e il non sapere se ce l'avrebbe fatta. Lei era tranquilla, forse non ce l'avrebbe fatta però ci avrebbe provato diceva. E allora mi sono domandata: perchè sto rinunciando? Perchè non dovrei provarci anch'io fino alla fine ?E così eccomi di nuovo qua, in questo circolo vizioso del lunedì. A lottare di nuovo con me stessa, perenne indecisa e povera illusa. Ho un esame da finire di preparare e una tesi da scrivere. Perchè no, mi dico, "potresti farcela" mi dice l'emisfero destro, mentre quello sinistro mi dice "cambia schermata, e leggi la tua tesi-schifo". Il desiderio di finire tutto (male) per sempre contro il desiderio di finire tutto (bene si pensa) tra qualche mese. Mi guardo allo specchio ed ecco che non è cambiato nulla: la mia assurda faccia scazzata è sempre lì, mentre un'occhio sta iniziando il balletto dell'indecisione su/giù-aperto/chiuso.Forse è meglio andare a dormire.
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