La Germania raggiunge un accordo con Facebook in materia di contenuti che incitano l’odio e il razzismo.
Il 2015 è stato l’anno delle grandi migrazioni, o almeno lo è stato mediaticamente più dei precedenti. La Germania nel recente periodo si è mostrata, o almeno l’ha fatto mediaticamente, attenta alle dinamiche con una tardiva [me lo concederete] apertura all’ingresso di numerosi migranti provenienti dalle più disparate località a sud dell’Europa.
Inevitabilmente il tema, e gli accadimenti che ne conseguono, sono materia di dibattito e quindi di interazioni social. Accade che Facebook diventi scenario di conversazioni non sempre auliche, che [purtroppo] spesso sfociano in facili turpiloqui o insulti e cattivi auspici gratuiti all’indirizzo dei soggetti accolti, o di chiunque ne promuova l’integrazione.
A ciascuno le proprie idee e valutazioni, ma mi permetto di assumere per scontato che l’educazione e il buon costume nei modi di esprimersi debbano essere un must, almeno in un luogo “pubblico” come Facebook.
Non è dato sapere se fenomeni di questo tipo siano più vistosi e frequenti in Germania, o se semplicemente lo Stato si dimostri più attento alle dinamiche. Il risultato è la ricerca di una soluzione, trovata, con Facebook [ma anche con Google e Twitter] per una rimozione forzosa, nel giro di 24 ore, di tutto il turbine d’odio che si registra su Facebook nei luoghi virtuali di pertinenza del territorio alemanno.
Il provvedimento urgente è successivo all’apertura di un’indagine annunciata dalla Germania nei confronti di Facebook Europa, per la mancata cancellazione di contenuti ritenuti essere palesemente razzisti, con Facebook che si era limitata a rispondere che non stava violando alcuna legge tedesca. A quanto pare si è successivamente lavorato ad un accordo che rimediasse al disguido.
Come spesso accade per Facebook il sistema si mostra partecipativo, con l’implementazione di strumenti che facilitino la segnalazione di determinati contenuti, che verosimilmente torneranno utili per i gruppi dediti alle attività di antirazzismo, come riportato da Reuters. In particolare si fa riferimento a FSM, associazione con cui il social ha imbastito una partnership.
Le dinamiche di segnalazione dei contenuti su Facebook incontrano spesso numerose falle, evidentemente dovute all’enorme portata di contenuti pubblicati e, contestualmente, segnalati. Un accordo certificato e pubblico tra uno Stato e uno dei principali player del web potrebbe rappresentare un passo in avanti, che possa evidenziare la necessità da parte del social di migliorare questo aspetto, probabilmente uno dei pochi a risultare ancora poco efficaci.
Su un muro degli uffici di Facebook di Amburgo campeggia una scritta eloquente, che potrebbe riferirsi alla tardiva operazione di rimozione.
(source: The Guardian)