Accordo Auckland Blues-FIR: è game over

Creato il 07 marzo 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

E’ fatta. No, aspetta un attimo. Mi spiace, no grazie. Fermo un po’, a me interessa. Non se ne fa nulla, costa troppo.
No, non ho la sindrome di Tourette. Non ancora, almeno.
Quelle frasi un po’ sconnesse segnano le fasi delle trattative tra FIR e Auckland Blues per uno scambio che prevedeva uno stage di tecnici e una decina di giocatori italiani in Nuova Zelanda alla “corte” di una delle franchigie che partecipano al Super Rugby e la permanenza in Italia di uno staff neozelandese come scambio di cortesie (se vi interessano tutte le fasi della trattativa e i principali punti previsti dal piano andate a questo link).
Dopo che si era arrivati a un passo dalla firma, con il previsto arrivo del plenipotenziario dei Blues a Roma Andy Dalton a metà febbraio, c’è però stato un brusco stop. Un “no” che aveva creato qualche fibrillazione in FIR: a dire stop era stato Carlo Checchinato, ma il responsabile dell’Alto Livello della federazione aveva incrociato le lamentele del Coordinatore Tecnico Federale Franco Ascione, che pareva intenzionato ad usare il suo budget pur di portare avanti il progetto (costi stimati, circa 90mila euro).

Bene, ora siamo arrivati alla conclusione: dalla FIR è infatti arrivato un no definitivo all’accordo, adducendo a motivi economici. Novantamila euro non sono pochi, in effetti, ma il gioco valeva la candela: sarebbe stata una grande opportunità di crescita per un gruppo di giocatori e tecnici che avrebbero poi trasmesso le nuove conoscenze a compagni e colleghi. Certo questo non basta per far fare un salto di qualità ai nostri ragazzi e all’U20, la squadra interessata dal progetto, ma male non avrebbe fatto. Anzi. E quello che in FIR vedono come “costo” io lo leggo piuttosto come “investimento”. Parere personalissimo quest’ultimo, prendetelo quindi con le molle e per quello che può valere. E i soldi di cui si parla non sono miei.
In federazione comunque tengono a precisare che il “no” di oggi non esclude progetti simili già a partire dal prossimo anno, anche se i soggetti interessati non saranno neozelandesi ma – diciamo così – geograficamente più compatibili (leggi anche: meno dispendiosi).

C’è comunque un ultimo strascico poco simpatico. Ad Auckland stanno ancora aspettando una risposta definitiva da Roma. Definiamo “aspettando”: non sono stupidi, hanno capito che la cosa non si farà e quindi si stanno muovendo diversamente, ma una comunicazione ufficiale dalla FIR non sarebbe ancora arrivata. Uso un eufemismo: non l’hanno presa benissimo…


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