Il comico del personaggio è accompagnato da quello dell’ambiente. La casa del cuoco filosofo è quanto di più bizzarro si possa immaginare, dal momento che riproduce fedelmente le due passioni del proprietario, appunto la gastronomia e la filosofia. L’insegna del negozio è un grosso In Folio su cui sono dipinte, da un lato, una bottiglia, dall’altro un paté. Sulla credenza troneggia un piatto di polemiche e dal forno s’intravede una torta d’etica.
Il comico del linguaggio è sviluppato allo stesso livello degli altri tipi di comicità, basti notare l’uso continuo di termini dotti volto a ironizzare la cultura del cuoco filosofo.
Caratteristica peculiare di questo racconto è ciò che potremmo definire “accostamento riduttivo”. Per accostamento riduttivo intendiamo lo stesso procedimento in atto nelle opere burlesche, cioè l’accostamento del grande al piccolo, del sacro al profano, con il fine di ridurre l’elemento maggiore, o per lo meno di creare un contrasto comico. Tutta la personalità del cuoco filosofo presenta questa caratteristica. Egli ama la cucina e la filosofia alla stessa stregua. Si può dire che pensi con lo stomaco e mangi col cervello. La sua filosofia mescola tutto (come una delle sue zuppe). Egli è ionico e italico insieme, ragiona a priori e a posteriori contemporaneamente, ha idee innate e acquisite.
continua…