La struttura della serie è semplice: ogni puntata si apre con uomo trasferito da una cella a un'aula di tribunale dove verrà dichiarato colpevole o innocente. Sapremo il suo destino al termine dell'episodio, nei minuti precedenti scopriremo perché quell'uomo è finito in carcere. Accused non è un classico procedural in cui lo spettatore deve scoprire l'assassino ma neanche una serie in cui il colpevole è noto e il racconto è costruito sui progressi dell'investigazione.
Non ci sono indagini, né supposizioni o colpi di scena. Solo la narrazione dei fatti accaduti. Al pre-finale lo spettatore arriva col dubbio -colpevole o innocente?- e il giudice di lì a un attimo darà la sentenza. In Accused,l'interesse per la storia risiede nel fatto di dover scoprire la ragione per cui la vita del protagonista sia destinata a deragliare, andando a sbattere contro la legge. E indovinare non è facile perché gli sceneggiatori creano lungo il racconto diverse strade, ognuna delle quali potrebbe portare al delitto.
Il testimone di una violenza si innamora della vittima che non è stato capace di difendere e quando incontra per caso l'aggressore vuol fare giustizia da sé; una madre indaga sull'incidente mortale del figlio e si mette nei guai per troppa spregiudicatezza. Casi che non sconvolgeranno il mondo e occuperebbero solo un trafiletto in cronaca nera ma potrebbero accadere a ciascuno di noi.
Non dovendo sottostare a nessun meccanismo investigativo, ogni puntata è un vero e proprio film, in grado di creare e approfondire personaggi che vivono al di là di un'indagine. Non c'è cast fisso, l'unico punto fermo della serie è la struttura: nessun eroe che salva il mondo ma la descrizione puntuale di una vita umana pronta a rotolare fuori strada a ogni curva.