Ace Combat: Assault Horizon Legacy + – Rantolo ad alta quota

Da Videogiochi @ZGiochi
di Jacopo "ED64" Retrosi

Nel 2011, forte del suo nuovo engine, Namco rilasciò l’ultimo capitolo della decennale saga di Ace Combat (se si esclude il recente free-to-play Infinity per PS3) , Assault Horizon. Il titolo viene ricordato per essere il primo multipiattaforma della sua specie, vedendo la luce sia su PS3 che 360, e successivamente PC, il primo a includere velivoli alternativi ai classici aerei da combattimento, e per uno dei combat system più  ”volgari” di sempre in un simulatore di volo, che non gli permise certo di conquistare i favori dei fan di vecchia data, contrariamente all’ottimo feedback della critica (duh). Nello stesso periodo, in sordina, si faceva strada nei negozi Assault Horizon Legacy, in esclusiva 3DS, le cui analogie con la controparte per home console si esaurivano sul frontespizio della custodia, in quanto concepito per proporre un’esperienza più in linea con i canoni tradizionali della serie. Ciononostante, probabilmente complice l’allora esigua userbase del portatile Nintendo, a cui sommare una longevità poco esaltante e delle meccaniche arcade super-semplificate incapaci di reggere il confronto con i fasti del brand, non riuscì a lasciare un segno indelebile, finendo nel limbo delle produzioni solo discrete nate sulla console sbagliata al momento sbagliato. Dopo circa tre anni e mezzo però Namco tenta nuovamente la fortuna, approfittando del lancio di New 3DS per rispolverare un potenziale titolo di culto, rincarando la dose con l’implementazione delle ultime tecnologie introdotte in casa Nintendo, quali il supporto nativo agli Amiibo tramite NFC e il migliorato head tracking del 3D stereoscopico. Queste feature extra varranno forse l’acquisto a prezzo pieno di un gioco con una certa età sulle spalle, e già a suo tempo lungi dal poter essere definito un capolavoro? Immaginiamo conosciate già la risposta…

IT’S A ME, F-22 RAPTOR!

Dal debutto di Assault Horizon Legacy ne è passata di acqua sotto i ponti, il 3DS da allora è molto maturato, sia sul fronte hardware che delle prospettive di vendita, ragion per cui un’espansione con i fiocchi si sarebbe potuta rivelare una mossa vincente per rilanciare il brand sugli handheld di casa N, eppure Namco ha preferito appisolarsi sugli allori, schiaffando su scheda il medesimo titolo di 36 mesi or sono, senza il benché minimo accorgimento che non siano le superficiali minuzie elencate in precedenza. Ciò significa riprendere le redini di una campagna che non ricorderemo né per la longevità, arrotondabile a tre, massimo quattro ore, né per la storia, generica, asettica, che proprio grazie alla sua sterilità ben si sarebbe prestata all’aggiunta di missioni extra, obiettivi secondari e quant’altro (assenti ovviamente), prolungando un’esperienza tutto sommato godibile e piuttosto variegata, ma fin troppo concentrata per appagare appieno; la rigiocabilità è buona, merito della struttura a bivi e delle valutazioni, e il tasso sfida discreto per via dei quattro livelli di difficoltà crescente (sebbene giusto l’ultimo risulti vagamente impegnativo), ma raccomanderemmo l’intero pacchetto ad un appassionato del genere? Onestamente no, e questo nonostante l’hangar sia davvero ben fornito.

Salendo di grado e completando alcune richieste sbloccheremo infatti dozzine di caccia immatricolati, dal vecchio Hellcat della Seconda Guerra Mondiale, al più recente e scattante F-35, ognuno caratterizzato da peculiari statistiche che abbracciano potenza e solidità del motore, maneggevolezza e stabilità a basse velocità, e prestazioni aria-aria/aria-terra in base all’arma secondaria equipaggiata, da affiancare all’immancabile mitragliatrice e ai missili autoguidati, più la possibilità di acquistare upgrade e skin con l’utilizzo costante. Investire i crediti accumulati in nuovi modelli e migliorie consente di prendere confidenza con i vari parametri e assemblare gradualmente il setup adatto al proprio stile di gioco, tuttavia dopo tre run e gran parte delle sfide adempiute ci siamo resi conto che i fattori che distinguono un caccia dall’altro sono pochi, e in mancanza di una modalità multigiocatore con cui fare sul serio pratica la spinta a ricercare quel quid in più si spegne presto. Certo, customizzare tutti i mezzi regala qualche magra soddisfazione e richiede un bel po’ di tempo e dedizione, ma non ne vale affatto la pena, non quando l’F-16 iniziale è in grado di ricoprire quasi ogni ruolo nel migliore dei modi.

Quanto al gameplay… Diciamo che si poteva osare un po’ di più. L’approccio arcade, tipico della serie, non è malaccio, anzi, così come la risposta ai comandi e l’ergonomia, apprendere i rudimenti è questione di pochi minuti, e c’è comunque ampio margine di miglioramento non appena si affondano i denti nelle dinamiche di dogfight, eppure tutto ci è sembrato tristemente… Lento e macchinoso, probabilmente a causa di assist di serie come l’asse orizzontale bloccato e la stabilizzazione automatica, che impedisce di esibirsi in qualunque tipo di numero acrobatico; non solo, anche il senso di velocità mitigato e il criminale sistema di evasione dei missili a mo di QTE contribuiscono a guastare la festa, mentre le “manovre” offensive si possono fortunatamente disattivare, gli avversari almeno li lascia agganciare al pilota… Ok aprire le porte ai neofiti, ma cribbio fate divertire pure i giocatori scafati! Chiaramente in questo “remaster” non è stato apportato alcun cambiamento alla formula originale, quindi non pensate di cavarvela in Legacy +…

E le (poche) novità promesse? Ci sono, non temete, costituite dalle versioni SP di una manciata dei velivoli già presenti nell’opera, come l’A-10 con un familiare ghigno stampato sulla fiancata, o l’F-22 in salopette rossa. Nulla di epocale, al di là della particolare camo si tratta di semplici modelli stock, sbloccabili abbattendo i blocchi “?” segnalati sulla mappa; e gli Amiibo? Beh, loro servono per ottenere la skin secondaria (stilosa, per carità) dei suddetti aerei SP… E basta. Va da sé che apprezziamo l’intento degli sviluppatori di supportare le miniature delle mascotte Nintendo, tuttavia pretendere il pieno esborso per un contenuto facilmente implementabile con un aggiornamento… Non ci piace proprio, specie quando l’edizione standard ormai te la tirano dietro. E’ un discorso che potremmo applicare benissimo anche al 3D, gradevole, ora più che mai grazie al confortevole head tracking, sebbene ancora non incisivo rispetto ad un Pilotwings Resort a caso. A bassa quota l’aumentata profondità permette di prendere meglio le distanze da bersagli e ostacoli, eseguendo così virate millimetriche e regalando un paio di scorci mozzafiato, ma la povertà delle location non consente a questa feature di brillare, risultando alquanto blanda; viceversa, nell’alto dei cieli c’è poco da enfatizzare, ergo neanche noterete la differenza. Quel che resta al titolo Namco è un motore grafico che non lesina sui modelli poligonali dei caccia, trascurando purtroppo ambienti, texture ed effetti scenici, che non rende giustizia all’invece epica colonna sonora, molto orecchiabile e ottima per un campo di battaglia.


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