Mai come quest’anno il basket italiano ha risentito della crisi economica che ha colpito il mondo intero, riversando scarsa liquidità nelle società che investono nello sport. Tutto questo ha portato un certo ridimensionamento dei budget delle società cestistiche italiane, l’esempio più lampante è la MontePaschi Siena che ha letteralmente dimezzato gli investimenti nel basket, o ancora più drastica è stata la scelta della famiglia Benetton di abbandonare il basket che ha di conseguenza portato alla sparizione di una delle società più gloriose della pallacanestro nostrana. A questo punto le società italiane hanno dovuto fare di necessità virtù ed hanno deciso di investire nella crescita dei vivai e di sfruttare quello che di buono hanno offerto le nazionali giovanili italiane.
La classe 1991-92, ha sfornato un bel po’ di talenti, che hanno raggiunto risultati importanti con la nazionale di categoria e che ora si affacciano alla massima competizione nazionale con più fiducia da parte delle società. I nomi sono tanti, Alessandro Gentile probabilmente è il più famoso, che da almeno tre anni gioca con un ottimo minutaggio, e che dopo due ottime stagioni in maglia Benetton Treviso lo scorso anno è approdato all’Olimpia Milano. Gentile figlio d’arte sta vivendo una stagione da working progress, reduce da un’operazione alla spalla che lo ha costretto a rinunciare alla nazionale quest’estate, pian piano sta recuperando una forma accettabile. Le cifre parlano dopo sei giornate di quasi 5 punti a gara, ma la sensazione è che può senz’altro migliorare col tempo.
La Pallacanestro Varese per esempio ha deciso d’investire su un gruppo di giovani talenti ed i risultati finora le danno ampiamente ragione, visto che i lombardi sono in testa al campionato imbattuti. Chi sta contribuendo maggiormente a questi risultati è senz’altro l’ala Achille Polonara, classe 91’, lo scorso anno giocava a Teramo con cui ha chiuso la stagione a quasi 9 punti di media ed un high di 34 contro Montegranaro. In questa stagione Polonara ha migliorato ampiamente le cifre salendo ad oltre 12 punti di media aggiungendo 6 rimbalzi ad uscita. Achille è un atleta di 203 cm, in grado di correre come una guardia, ottimo rimbalzista, che sta trovando la sua giusta dimensione in un ambiente perfetto come Varese, il talento c’è e si vede, i margini di miglioramento sono tanti. Di lui si dice un gran bene, tanto che da poco si parla come di un possibile prospetto NBA (forse prematuramente) ma se continua a lavorare ed a crescere potrebbe anche farcela.
Sempre a Varese troviamo un play giovane che si sta ritagliando un po’ di spazio in cabina di regia, parliamo di Andrea De Nicolao, che in poco più di 14 minuti a gara viaggia a quasi 5 punti ad uscita, dimostrando di poter crescere tanto e diventare un pilastro importante per la Pallacanestro varesina. Anche Mauro Traini play della Scavolini Pesaro purtroppo fermo per un grave infortunio al ginocchio (stop di 6 mesi per lui) nelle prime 5 giornate di campionato stava giocando davvero alla grande con cifre molto positive (8 pt. in 16 min. d’impiego), dimostrando grossi margini di miglioramento.
Discorso a parte merita il golden boy della Virtus Bologna Matteo Imbrò, classe 1994, che a sedici anni abbandona la sua Sicilia per giocare nella Virtus Siena in DNA. Lo scorso anno è stato acquistato dalla Virtus Bologna che lo ha girato in prestito all’Eagles Bologna società militante in DNB, dove in 27 gare ha siglato oltre 12 punti ad uscita. Quest’estate in molti hanno chiesto il prestito della giovane promessa, ma la Virtus stupendo un po’ tutti, e soprattutto consapevole di avere un grandissimo talento lo ha lanciato in prima squadra. Imbrò finora gioca quasi 20 minuti di media, in cui sta dimostrando un carattere più da veterano che da diciottenne. Di lui si dice un gran bene, paragonato subito al grandissimo Roberto Brunamonti, autentica leggenda del basket bolognese, Imbrò ha tutti i numeri per diventare un grandissimo playmaker. A questa generazione, soprattutto la classe 1991-92 possiamo aggiungere anche Amedeo Della Valle, cresciuto nelle giovanili della Junior Casale Monferrato, che però ha preso la via forse più difficile ma senz’altro più suggestiva, ossia il percorso delle High School americane giocando lo scorso anno per la Findlay Prep, e da quest’anno il College con l’Ohio State.
Non sappiamo se tutti questi ragazzini potranno un giorni essere ricordati come una generazione di fenomeni, ma senz’altro possiedono talento, ora tocca solo a loro oltrepassare la soglia di promessa per diventare davvero dei campioni.