I saggi, i giusti, i buoni stanno tutti seduti al di qua della palizzata dei luoghi comuni e delle migliori intenzioni; il granito delle loro certezze evita ogni alito di vento per téma di divenire sabbia.
Che non si avventurino oltre!
L’ossario sterminato di chi quel limite ha varcato, di chi ne è nato fuori (la curiosità che uccide il gatto o il segno distintivo del capro espiatorio) sia dissuasivo monito.
Implacabile sia la condanna per chi si è fatto affascinare dalla luce filtrata tra le feritoie della palizzata o non ha avuto in dote il salvifico dono dell’occhio che si adegua all’ombra.