E ce l’ho 365 giorni l’anno, magari stemperato dalle convenzioni sociali, dall’educazione e dalle buone maniere.
A volte.
E poi ci sono i giorni che no.
No, non stempero un cazzo. Per dirla in francese.
Giorni in cui mi sento acida come una zitella irlandese che vive da sola con un golden meticcio e le tazze dell’IKEA come unica compagnia.
Non solo mordo anche il più ignaro degli innocenti, ma lo mordo con violenza.
Perché?
Ahahahahahhaahah!
Perché mi sento l’Universo da portare in braccio?
Perché è sempre tutto in salita e non trovo mai nemmeno una carriola che mi agevoli la risalita?
Perché sono circondata dall’inconcludenza?
Perché il mondo fa schifo?
In queste amene occasioni mi si tappa il filtro cervello/bocca e non riesco a non esternare il mio pensiero, con effetti più o meno devastanti sulla mia vita sociale, amorosa e lavorativa. Perché poi nessuno è al sicuro dalla soda caustica che prolifera sulla punta della mia lingua.
Sì. Poi passa.
Poi si torna nei ranghi e va meglio.
Poi. Poipoipoipoipoi.
Perché passa l’acidità, e tornano le convenzioni sociali.
E mi si cuce la bocca.
Fino alla prossima giornataccia.
E pigliamocela col ciclo, via.