In lingua Italiana la denominazione andrebbe tradotta con “Acqua Nova” ma io propongo che cambi denominazione e che si chiami “AbbaMarigosa” cioè acqua amara.
Acqua amara è quella che ho inghiottito stamattina per causa loro.
Ecco i fatti: ricevo una raccomanda da AbbaNoa con avviso di pagamento relativo a due forniture (il cui pagamento, peraltro, relativamente ad una delle due, era già prescritto, essendo afferente all’anno 2001) e con minaccia che in caso di mancato pagamento da parte mia, sono pronti al distacco del servizio (cioè mi tolgono l’acqua).
Non butto mai le ricevute di pagamento prima dei dieci anni(è il termine di prescrizione ordinario, quello incontestabile ed ineccepibile in qualunque giudizio si celebri in Italia). Pertanto trovo le ricevute dei pagamenti e mi reco alla sede di AbbaNoa.
Chiedo come mai e perchè, una società che pretenda di essere in grado di gestire un bene primario come l’acqua, si permetta di mandare lettere raccomandate, con minaccia di sospensione del servizio, a chi abbia regolarmente pagato.
La funionaria di AbbaNoa relativamente ad una delle due forniture già pagate, scarica la colpa su Bipiesse Riscossioni S.p.A. (una società di riscossione poi soppiantata dal cassiere italiano unico Equitalia S.p.A.) che a suo dire non avrebbe notificato ad AbbaNoa gli avvenuti pagamenti precedenti la gestione dell’acqua da parte di AbbaNOa.
Con riguardo alla seconda fattura già da me onorata con regolare pagamento, la funzionaria innominata (ne disconosco il nome perchè non si è neppure presentata in maniera adeguata) sostiene che la colpa sia da attribuire al sistema informatico che avrebbe dovuto “pescare ” (ha usato proprio questo termine) le fatture insolute ed invece è andato a pescare tutte le fatture emesse (ora capisco perchè c’era mezza città, inviperita ed indignata in fila).
Le chiedo con flemma olimpica (a onor del vero ero già sbottato con un tizio che all’ingresso mi chiedeva se avessi un bigliettino) contro se devo presentare la mia denuncia contro la Bipiesse Riscossioni oppure contro i fornitori del sistema informatico.
Mi risponde mesta che la denuncia va fatta contro Abbanoa.
Mi riservo di farla, ovviamente.
Ma come avvocato non sono sicuro che in Italia ci sia la cultura giuridica e la sensibilità sociale per valutare appieno e quantificare la perdita di tempo che ho subìto (tre viaggi all’ufficio centrale delle poste per ritirare la raccomandata; una mattinata persa a trovare le ricevute; un’altra mattinata persa per conferire negli uffici AbbaNoa). Per non parlare delle mie povere coronarie: con l’età mi sto rendendo conto che non posso più arrabbiarmi per delle cose che, in fondo, in Italia ordinarie (e lo stesso motivo che potrebbe spingere un giudice, soprattutto se si tratta di un giudice di pace, a non riconoscermi alcun risarcimento danni in una ipotetica causa intentata contro AbbaNoa).
Resterebbe una Class Action.
Oppure, a livello individuale, una denuncia alla Procura della Repubblica per tentata estorsione o per tentata truffa (la butto lì, senza averci studiato sopra, ma mi pare che una delle due figure criminose possa ricorrere).
Cosa sarebbe successo se io non avessi trovato le ricevute?