Patrizia e Sophie
Rispondo con un post e non con un commento alle sollecitazioni del signor Nibbio che si firma anche Don (la smetta di darmi del tu io non la conosco!), perché così colgo l’occasione per presentarmi. Ho insegnato arte nelle scuole medie regionali per 15 anni. Sono andata prematuramente in pensione non per mia volontà, ma a causa di un trasferimento su tre sedi distanti da loro. Nonostante la felicità per la nascita di mio figlio, ho attraversato un anno cupo privo di prospettive. Ho cercato di venirne fuori inventandomi un lavoro come ideatrice e organizzatrice di eventi. La prima mostra “Bambini di guerra” ha sollevato un polverone locale, creandomi non pochi problemi e attriti, compensati da un successo mediatico internazionale culminato, dopo una tournée di due anni, con la presentazione della mostra al Campidoglio di Washington alla presenza di più di trecento persone fra deputati e senatori degli Stati Uniti. Sono seguite altre due esposizioni fotografiche legate ai temi del Potere “Dittatura” e dell’Ambiente “3001, la nuova odissea”, mostre ancora molto attuali. Entrambe sono state oggetto di servizi importanti, a costo zero, sulle più grandi testate nazionali e internazionali e a firma di giornalisti prestigiosi, esportando in tal modo il nome di Aosta nel mondo. Ho pubblicato libri come “Aosta, Città che sale” con conseguente esposizione (più di tremila spettatori alla Porta Decumana, cifra ancora imbattuta), pubblicazione che ha regalato al Comune di Aosta il terzo premio letterario René Williem. Come il libro “Capanne sui tigli” prima raccolta di interviste e foto sul Quartiere Cogne. Come il libro ”…se arrivasse Tom”, di Educazione Civica per i bambini delle scuole elementari. Presentato e consigliato da Aurora Marsotto sulle pagine dedicate alla letteratura infantile del Sole 24 Ore. Come il libro ”La nature ne veut pas!”, testo di educazione all’ambiente che, a costo zero, è stato in parte pubblicato su DODO, la rivista per ragazzi di Airone. Libri come “François et…” testo di divulgazione della civilisation valdotaine, apprezzatissimo dalle insegnanti che spesso mi hanno chiesto l’autorizzazione per fotocopiarlo (allora era l’unico libro di civilisation nelle scuole). Aggiungo anche quello sulle leggende in francese, ideato e disegnato, utilizzando per la prima volta la grafica del computer. Per entrare nel tema mostre cito la più importante per il territorio: “La meravigliosa avventura del barone Bich”, mostra che ha inaugurato il castello di Ussel e che ha ricucito i rapporti avvelenati fra la famiglia Bich e la Regione Valle d’Aosta (oltre le 12.000 presenze, cifra ancora imbattuta). Ho anche inaugurato il castello di Saint-Rhémy-en-Bosses, portando avanti una serie di mostre a costi bassissimi, sulla valorizzazione della Comunità del Grand Combin. Ora nei comunicati stampa si tende a dimenticare il periodo che va dal 2000 al 2004, quello che ho gestito io, con la volontà di negare una storia e una presenza. Le mie personali pagate dalla Regione (poche) stanno a quelle di tutti i miei colleghi: promozione dell’arte contemporanea valdostana. La prima personale importante, “Angeli” al forte di Bard, fu voluta fortemente dalla RAI1, l’allora assessore al Turismo, Liborio Pascale, astutamente ne approfittò per far registrare un bel servizio sul Forte: tre minuti di pubblicità a costo zero. Ho fatto molto altro, tra cui la Désarpa che nelle intenzioni non doveva trasformarsi nella sagra che è oggi, ma un grande evento europeo. Mi hanno cancellato anche in questo caso, togliendomi per ultimo l’immagine che era diventata il simbolo della manifestazione. Ho messo in piedi con i soldi dell’Europa un museo sulla città , l’unico! Un museo sulla mucca, l’unico! (www.vmv.it). Che ancor oggi registrano un buon afflusso di visitatori e fanno parlare i media nazionali. Tutto questo per dire che io ho lavorato duro, senza favori e senza tappetini rossi. Ho lavorato per il pubblico perché qui non c’è altro che il pubblico. Dovrei vergognarmi? Se sì con me dovrebbero vergognarsi i tre quarti dei valdostani! Ma io non solo non mi vergogno, ma sono profondamente convinta che non debba ringraziare nessuno: ho dato la mia intelligenza e le mie capacità al servizio dei miei concittadini, semmai sono i politici con i quali ho lavorato che dovrebbero essere riconoscenti per gli ottimi risultati che io ho portato loro. Sempre! (Conservo numerosi faldoni di rassegna stampa a disposizione dei curiosi). Il signor Nibbio si chiede e mi chiede perché i miei incarichi si siano interrotti dopo il 2004. Si e mi chiede, se si è inaridita la vena artistica o se ci sono stati scolvolgimenti politici. Niente di tutto questo. La mia creatività è più viva che mai lo prova il successo di questo blog e le personali in Italia e fuori. Per quanto riguarda la politica non si è trattato di uno tsunami a farmi fuori professionalmente, ma la prassi abituale che estromette chi dice cose sgradite. Chi si oppone a un certo modo di fare (non sono la sola). Sapevo che sarebbe andata così, ma lavorando a stretto contatto con le amministrazioni non ho avuto altra scelta: o la mia libertà di pensiero o il servilismo. Ho un brutto carattere ho scelto la prima opzione. Non mi sono pentita. Se mi sono permessa di rompervi le scatole, presentandovi il mio lavoro passato non è per narcisismo: l’ho superato da tempo, ma per rendere trasparente il mio curriculum. Il passato per me conta poco, ma conta per i miei detrattori che hanno iniziato a tirar fuori le unghie. Quindi vi pregherei e qui mi riferisco agli amici, di non interpretare come saccenza la mia sicurezza, piuttosto come onestà professionale.
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