“La privatizzazione dei servizi idrici di per sè non assicura garanzie se non c’è una forte ed indipendente autorità che agisca in cooperazione con l’antitrust”
Forza e indipendenza, due punti che raramente in Italia hanno trovato terreno fertile. Siamo ancora dietro con la questione dei rifiuti (criticata peraltro dall’organizzazione, tra le altre cose) che non riesce a trovare soluzione, tra appalti, infiltrazioni mafiose e interessi di vario genere che il solo pensiero di una possibile azione sui servizi di fornitura idrica mi mette i brividi. Andando però a vedere lo stato di certe infrastrutture risulta evidente come un’azione di investimenti e ristrutturazione delle stesse sia necessario per ovviare al gravoso problema degli sprechi.
Ora, personalmente non sono contrario a priori al concetto di privatizzazione (in generale) o meglio ancora di compartecipazione tra pubblico e privato, che reputo possa essere quella via di mezzo ottimale. Ma nel caso del nostro paese, visti i precedenti e con una così scarsa informazione su quelle che, almeno in linea di principio, vorrebbero essere le strategie da applicare, strategie che tra l’altro non si delineano mai sul lungo periodo ma lasciano sempre ad intendere un alone di precarietà, prima di scoprirci possibilisti rifletterei con attenzione. Lo dico soprattutto a quelli che son molto suscettibili alla prima folata di vento che pensano tiri nella propria direzione.