Acqua pubblica: il grido di un Prete

Creato il 06 agosto 2015 da Comunalimenfi

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Padre Marco Damanti, Parroco della Chiesa B.M.V. del Soccorso di Menfi, in merito alla discussione in Assemblea regionale siciliana dei 15 articoli del ddl 455 “Disciplina in materia di risorse idriche”.

IL GRIDO DI UN PRETE E DELLA SUA COMUNITA’ A QUELLA POLITICA SICILIANA INDIFFERENTE

RIDATECI LA VOCE

Come cittadino italiano, figlio della meravigliosa terra di Sicilia, come prete impegnato nel sociale a contatto con i cittadini, come uomo che non resta indifferente dinanzi alla mancanza di lavoro e di risorse necessarie per vivere di tanti uomini, donne e bambini di questa terra di Sicilia esprimo e GRIDO IL MIO DOLORE nel vedere una parte della politica SORDA…INDIFFERENTE E APATICA davanti a una realtà di indigenza.

Con il referendum il popolo italiano ha votato il suo SI PER LA GESTIONE DELL’ACQUA PUBBLICA. Il popolo nel nome della democrazia ha gridato il suo volere. Ma chi l’ha ascoltato.

Il caso acqua: è l’immagine propria di una certa politica lontana dalla gente, dal volere del popolo sovrano e dai principi fondamentali della Costituzione Italiana. Oggi si vede allontanare il risultato referendario e le speranze degli italiani di vedere concretizzata una democrazia compiuta per colpa di manovre di palazzo che mettono in dubbio i valori della Costituzione Italiana.

Sul tema dell’acqua e della sua difesa della gestione pubblica del servizio, abbiamo visto in campagna elettorale molti Onorevoli esprimersi a favore dela nobil causa; ma nel momento decisivo, chiamati ad esprimersi concretamente in aula per la scelta finale, vediamo alcuni dubbiosi e confusi, solo pochi Onorevoli stanno dimostrando coerenza e perseveranza.

Io, come portavoce dei comitati e dei cittadini che hanno partecipato alla vittoria del referendum, chiedo alla POLITICA di adoperarsi per risolvere i probIemi reali del Paese.

Vogliamo che i nostri parlamentari, da noi votati per rappresentarci, facciano quello che noi “Popolo Italiano – Siciliano” nella campagna referendaria abbiamo detto, senza ambiguità.

Vogliamo che il Presidente Crocetta, che ha lottato contro la illegalità (da Sindaco di Gela fino ad oggi), con posizione ferma e forte collabori ad estirpare la grande illegalità nel tentativo di fare il contrario dalla volontà già espressa dal popolo sovrano. Questo è incostituzionale!

L’acqua è un bene inalienabile e deve rimanere a gestione pubblica (affidata ai comuni o loro consorzi) e non ai privati per meri scopi speculativi.

Ci chiediamo come mai non si tenga conto dell’esperienza di molte metropoli europee, come Parigi e Berlino, che dopo una decennale sconsiderata e scriteriata gestione privata hanno scelto la gestione pubblica. Al contrario in Sicilia si tenta di fare il contrario, non tenendo conto neppure dell’esperienza della provincia di Agrigento, dove nei comuni a gestione privata sono stati riscontrati notevoli disservizi, inefficienze e bollette elevate. La domanda sorge spontanea: come mai alcuni parlamentari appoggiano il privato alla luce della sua inefficienza e poca trasparenza. Perché? …….

Considerata la vitale importanza della risorsa acqua, sempre più limitata, ribadiamo con forza la richiesta della gestione pubblica dell’acqua, chiediamo che non venga mai ceduta ai privati, ma che sia gestita dai comuni secondo criteri di efficienza, economicità ed efficacia.

Chiediamo al Parlamento Siciliano, con a capo il Presidente Crocetta, al Presidente dell’Assemblea del Parlamento, ai capi gruppo e ai signori Onorevoli

CHE IL VOTO SIA PALESE, E NON VOTO SEGRETO.

La gente deve conoscere per fare in futuro un oculato discernimento e poter migliorare la classe politica siciliana.

Siamo stanchi di una politica che non ci ascoIta e non ci guarda. Vogliamo un parlamento che lavori per il bene comune a fianco del popolo siciliano.

P. Marco Damanti
La comunità
I comitati