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Acqua pubblica ma per il Pd se la bolletta sale va bene. Con lo sconto ai più poveri

Creato il 10 maggio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Nel video il riepilogo della battaglia posto-referendaria di Giuseppe Torchio, che non parla del Pd, a fine aprile. Le vicende di aprile purtroppo hanno prefigurato

Sconvolgente presa di posizione del Pd, in una lunga storia di disorientamento strategico e colpi di testa tattici. Dapprima il Pd presenta una proposta di legge che prevede la società mista e la remunerazione abbondante degli investimenti a spese dei cittadini, poi il Pd non sostiene i Sì ai referendum, quindi alcuni dirigenti cremonesi di partito vanno a votare ma votano no (lo hanno dichiarato il senatore Pizzetti e il suo fidato aiutante di campo Virgilio), dopo la vittoria dei sì il Pd in provincia scopre i diritti di chi ha votato sì (ma resta pizzettianamente ostile a Rodotà, referendario nobile e grande giurista) e ora con l’autorevolissimo parere pronunziato dalla presidentessa dell’assemblea provinciale del Pd Maria Rosa Zanacchi riscopre la tattica compromissoria e cerchiobottista delle bollette che salgono, ma con le dovute agevolazioni alle famiglie in difficoltà.
Ecco la dichiarazione inserita nel verbale della commissione Affari Istituzionali del 29 aprile, quando il governo Letta-Alfano ha già fatto sentire i suoi effetti con nomine spesso chiaramente mirate e non commendevoli. Zanacchi in passato ha tenuto una linea più cauta e neutra, si è battuta contro il proliferare del biogas tempo fa. Nemmeno trattasi di signora cinica e prona al potere, avendo tenuto spesso una posizione seria ed equilibrata nel centrosinistra. Conseguenza dell’assenza di un Virgilio divenuto ultimamente aggressivo? Segnale ai sindaci? Non ci lasci soli, cordiale signora!


La cons. Zanacchi ribadisce che l’acqua deve essere di gestione pubblica ma, non si deve fare demagogia, perchè se detto aumento è utile per mantenerla pubblica, lo si deve fare ma, si deve prestare attenzione anche alle famiglie in difficoltà intervenendo con politiche di solidarietà.

In questo modo un diritto sancito da un referendum apolitico e di carattere fortemente etico diventa un fattore economico da inserire in un bilancio gestito da politici, con i danari a disposizione. Quindi trattando non alla luce del sole, poiché della genesi, formazione, sviluppo e approvazione non molto si viene a sapere. La nebbia è sempre fitta.
L’investimento sui beni di prima necessità non ha lo scopo di mettere in moto i lavori. Questo sarà stato il compito assegnato alla semiprivata Idrodep (società dei depuratori di Padania acque) da Jotta e Malvezzi, rispettivamente presidente e dipendente dell’attuale spa negli anni Novanta.
Qualche decennio or sono, anni Ottanta, i beni di prima necessità e largo consumo avevano prezzo politico. Era il caso del pane e governava la Dc, ancora partito-Stato. Quando furono fatte le liberalizzazioni inneggiando al libero mercato e raccontando menzogne vergognose, smentite dalla storia, che accadde?
Ritroviamo i prezzi enormemente saliti.
Come le bollette dell’acqua in Toscana, in un contesto d’altro genere ma sottoposto al mercato.

L’economia si riprende grazie alle buone idee degli imprenditori che non fanno concorrenza allo Stato né lo voglio sostituire per lucrare rendite di posizione, e alle politiche economiche e creditizie che creano opportunità. L’acqua è un bene d’altro tipo. Ma non in provincia di Cremona: cittadini ancora messi in castigo.
Segue il verbale.

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