La settimana finale del mese di Giugno è partita all’insegna dell’ottimismo con le borse europee che hanno brillato perché si sta facendo sempre più concreta l’ipotesi di un accordo imminente tra la Troika e lo stato greco, dopo lunghi mesi di tira e molla. Sarà molto probabilmente più la politica greca a dover cedere alle richieste europee piuttosto che il contrario dal momento che Angela Merkel pare voglia escludere la possibilità di creare un pericoloso precedente nella zona euro nel cedere alle proposte di uno stato membro e in questo caso del governo greco. Pertanto, le autorità greche dovranno accettare di innalzare l’iva, tagliare le pensioni e garantire un surplus primario, insomma ancora misure di austerity che non faranno sicuramente crescere il paese. Quindi Tsipras alla fine potrebbe aver provato fino all’ultimo a portare avanti un piano anti-austerity per il quale è stato eletto, ma ne uscirà probabilmente perdente. Qualora invece all’improvviso i rapporti si dovessero incrinare tali da far saltare l’accordo ormai certo, allora come ha detto la settimana scorsa il governatore della Bce Mario Draghi si entrerebbe in un territorio di “acque inesplorate”. Questa affermazione potrebbe significare che il default della grecia innescherebbe una situazione di panico generalizzato sui mercati tale da affondare molto velocemente tutte le borse mondiali e da far crollare i prezzi delle obbligazioni bancarie e governative della zona euro ed in particolare di quelle relative ai paesi periferici. Va da sé che il piano di QE - sostegno monetario - iniziato a marzo di quest’anno dalla Bce potrebbe mitigare le discese dei prezzi delle obbligazioni ma difficilmente potrà contrastare lo shock nell’ immediato. E se diamo uno sguardo alla curva dei rendimenti dei titoli di stato della Grecia per tutte le scadenze fino a titoli trentennali, possiamo notare come ad oggi il mercato dei bonds della grecia presenta ancora una curva dei rendimenti invertita ovvero con le scadenze di breve termine che offrono dei rendimenti superiori rispetto alle scadenze di lungo termine, quasi come a dire che si vocifera sull’accordo certo e imminente ma che è ancora possibile l’esatto contrario e che in questo secondo caso entreremmo nelle famose “acque inesplorate”. Ancora prudenza in attesa di capire eventualmente che tipo di accordo sarà accettato dalle parti, per poi riposizionarsi anche con gli investimenti.
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