di Kiarash Asadizadeh
con Saber Abar, Ehsan Amani, Pantea Panahiha, Nawal Sharifi
genere, drammatico
durata, 94'
La ragazza di fronte a un fatto così doloroso decide di ritornare a casa per farsi consolare dal padre, il ginecologo Jalal, anche lui un incallito infedele che assume solo donne single nel suo studio per motivi poco professionali. Il regista Klarash Asadizadeh mostra una realtà femminile molto sola e disperata, donne che vengono tradite e ignorate dagli uomini. Un intreccio di relazioni complesse dove l’amore è finito e la donna in qualche modo è sottomessa, non si è ancora liberata. La società iraniana viene vista come ipocrita, dove si vivono situazioni sentimentali nell’ambiguità rendendo infelici le persone vicine. Forse il titolo del film sta a dimostrare come certi comportamenti pregiudichino la vita degli individui non lasciando spazio alla felicità. Il registra mostra un mondo fatto solo di ipocrisia, dove la tradizione vince su tutto, i pregiudizi non vengono combattuti. La pellicola ci mostra solo donne che soffrono e non hanno la forza di ribellarsi anche di fronte al tradimento, tanto dolore, nessuna gioia se non l’asprezza della vita.