Adam Ant era decisamente un tipo avanti anni luce.
Era il 1979 quando il disco di debutto "Dirk Wears White Sox", sfasciò le classifiche inglesi, con una inedita line-up a due batterie, che dopo le chitarre dei Pistols e dei Clash, puntava l'assalto sul fattore ritmo, caratteristica che costò il frettoloso bollino di "Burundi Rock", appioppato dalla stampa agli Adam and the Ants, contorno bandistico al pittoresco, egocentrico e fascinoso leader.
Certo è che non fu soltanto il suono a far schizzare il gruppo al primo posto, quanto soprattutto lo strabordante look elaborato da Adam, una pazzesca miscela di Barrylindon-Napoleonico-Piratesco che fece piazza pulita delle creste colorate e aprì la strada ai new romantic, che dopo pochi anni cannibalizzarono il mercato musicale.
La vecchia volpe di Malcom McLaren, orfano dei Sex Pistols, fiutò da subito il potenziale del gruppo e con la scusa del manager si inculò (in senso figurato, si intende) l'intera backing band di Adam, estasiato dall'esuberanza ritmica di quei musicisti, alchimia così perfetta per realizzare il suo progetto di gruppo etno-pedofilo denominato Bow Wow Wow, ennesimo tentativo di conquista delle classifiche che non portò a granchè, mentre Adam, trovata una nuova spalla in un chitarrista mezzo italiano (Marco Pirroni), sparò altri due best-seller, uno dei quali - "Prince Charming" - giustamente autoincensatorio, per poi scomparire in una trascurabile carriera solista.
Meteora si, meteora no, non mi venite a dire che Johnny Depp non abbia mai guardato al look di Adam Ant per il suo Jack Sparrow, o che l'edulcorato Chris Martin abbia preso ispirazione per le sue giacche militari soltanto dai Beatles di Sgt. Pepper, perchè c'è qualcosa che non mi torna...