L’ora del ritorno nella grande madre Africa è scoccata, finalmente! Londra stava stretta a tutti, siamo sinceri: alla principessa Amina per gli abiti goffi e per gli scandali giornalistici, al conte Narcisoa causa della monotonia delle giornate e per il suo raffinato ed elegante gusto dell’avventura ma, soprattutto, stava stretta al nostro Adam il quale, da novello Adamo, era intenzionato a ritornare nel suo Eden quanto prima proprio per evitare che si trasformasse in un inferno di fuoco.Il maestro Gianfranco Manfredi, impareggiabile delineatore di figure umanissime, imperfette, contraddittorie e, proprio per questo, autentiche, e lo strepitoso talento carioca di Pedro Mauro (classe ’53) ci prendono per mano e ci portano a Lagos, presentata come una città europea (la Liverpool dell’Africa Occidentale, per l’esattezza). Quindi anche sul suono africano, il buon Adam dovrà fare i conti con vizi (numerosissimi) e virtù (decisamente meno) made in England.
Sullo sfondo di queste vicende, Manfredi fa scorrere sotto i nostri occhi, come fosse un film, i conflitti e le contraddizioni presenti sul territorio africano, sempre sul punto di esplodere a causa dell’occupazione coloniale britannica. La presenza europea (portoghese prima, inglese poi) ha generato un ordine apparente (simboleggiato dallo smidollato governatore Denton), un benessere fittizio che si basa su ingiustizie subite dalla popolazione indigena. Tutto questo, se da un lato non giustifica i massacri indiscriminati perpetrati da Baba e dai suoi uomini (chiaro riferimento all’attualità drammatica dell’Isis: non per niente il numero sedici si conclude con il coro Allah Akbar), dall’altro rende più comprensibile il perché del forte malcontento e il risentimento degli indigeni nei confronti degli occupanti bianchi.Tutto è perfetto, equilibrato, dosato. I dialoghi sono ora divertenti e scanzonati, ora gravi e tesi; le descrizioni sono ora ricche di dettagli (vedi gli interni delle abitazioni), ora sintetiche ed estremamente efficaci nel trasmettere la dinamicità dell’azione e dello scontro. Gran parte del merito va al classicissimo stile di Pedro Mauro, il cui tratto, spesso e volentieri, ci ha ricordato quello del nostro Carlo Ambrosini (e senza nemmeno tirare in ballo altri nomi illustri quali il maestro Sergio Toppi); paragoni a parte, il suo stile molto dettagliato è particolarmente convincente.
Gianfranco Manfredi dopo le atmosfere fumose, grigie e più tipicamente investigative degli episodi di ambientazione londinese torna alla grande avventura e lo fa con una coppia di albi da antologia del fumetto. Il titolo della nostra recensione – Adam: un uomo un’avventura – non è casuale: grazie a questi due numeri di Adam Wild abbiamo rivissuto le stesse emozioni che abbiamo provato leggendo i migliori episodi dell’omonima collana bonelliana. Idea: se la serie de Le Storie un giorno dovesse chiudere (e ci auguriamo di no!), perché non provare a riproporre quella gloriosa formula che ci ha regalato tanti capolavori immortali, che ha tanto appassionato i lettori di ieri e che continua ad affascinare i più giovani, attenti e colti di oggi? Il classico che non muore mai! Come direbbe Adam, da buon anglofono? Old but gold!
RolandoVeloci
NUMERO: 16
DATA: gennaio 2016
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Gianfranco ManfrediCOPERTINA: Darko Perovic DISEGNI E CHINE: Pedro Mauro
NUMERO: 17
DATA: febbraio 2016
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Gianfranco ManfrediCOPERTINA: Darko Perovic DISEGNI E CHINE: Pedro Mauro