Giri l'ultima pagina e hai la sensazione di avere appena letto una di quelle storie d'avventura d'altri tempi: quando gli eroi si battevano con ardimento in lontani luoghi esotici e affrontavano a viso aperto nemici spietati. Eroi un po' guasconi, che senza guai non ci sapevano stare. Eroi a cui ribolliva il sangue di fronte ad un'ingiustizia e che non si perdevano in calcoli o riflessioni: passavano subito all'azione. Moschettieri, pirati, esploratori. Ecco: esploratori è la parola giusta! Adam Wild è un esploratore scozzese che vive alla fine dell'Ottocento a Zanzibar, dove la schiavitù è ufficialmente abolita ma il suo commercio è comunque praticato grazie alla connivenza delle autorità corrotte. E allora un eroe d'altri tempi che cosa fa per ottenere giustizia? Va dritto a casa del potente trafficante e lo ammazza con le proprie mani.
Vitalità e freschezza sono le caratteristiche de Gli schiavi di Zanzibar, l'albo d'esordio della nuova collana mensile con cui la Sergio Bonelli Editore ritorna alla grande avventura. E chi se non Gianfranco Manfredi poteva confezionare un albo in cui Avventura e Storia si intrecciano così armoniosamente. Dopo il Far West cavalcato da Magico Vento, dopo Roma e l'Abissiniadella prima guerra coloniale italiana combattuta da Volto Nascosto e dopo la Cina della Guerra dei Boxer vissuta da Shanghai Devil, il teatro della nuova avventura è l'Africa subequatoriale. Ancora il colonialismo è uno dei temi principali, qui rappresentato in una delle sue più aberranti manifestazioni: lo schiavismo. Ed ecco quindi Adam Wild, un eroe dal fisico prestante e dal sorriso beffardo, che si ribella allo status quo.
Ottima prima per la nuova serie Bonelli: storia con tanto ritmo, personaggi ben caratterizzati (oltre al protagonista, promettono bene il conte Molfetta e la principessa bantù Amina, liberata dal nostro eroe) e un'ambientazione affascinante. Merito certamente anche dei disegni chiari e precisi di Alessandro Nespolino, l'ideatore grafico del personaggio che rappresenta una Zanzibar affascinante ed evocativa.Adam Wild si presenta come la migliore novità autunnale di casa Bonelli, al di là della tanto sbandierata rivoluzione dylandoghiana e della seconda stagione di una serie di cui sarò volentieri orfano...