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Addio a Fabbrica Italia, ecco il nuovo orizzonte Fiat

Creato il 19 settembre 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

Marchionne è stato costretto negli ultimi giorni a svelare il grande bluff dei venti miliardi di investimenti per il progetto Fabbrica Italia, mai realmente partito. Come al solito, colpa del mercato, della crisi e del calo della vendite delle auto. Lo spettro della chiusura di almeno uno stabilimento italiano si avvicina sempre di più.

Non è una sorpresa che Fiat preferisca dar lavoro altrove e i motivi sono semplici: meno costi, meno rogne sindacali, sussidi governativi, produttività invariata se non migliore.

Nel 2008 Marchionne sbarca in Serbia da conquistatore: il presidente Boris Tadic e il ministro dell’Economia Mladjan Dinkic gli regalano il terreno su cui sorgevano i resti dello stabilimento Zastava a Kragujevac, gli garantiscono esenzioni fiscali e contributive, investono milioni di euro sulla ricostruzione della fabbrica e costruiscono nuove strade e ferrovie per raggiungerla. Nonostante il Governo sia passato in mano a Tomislav Nikolic e a Ivica Dacic, nazionalisti vicino a Putin, il feeling con il Lingotto è immutato e i finanziamenti proseguono.

Lo stabilimento Fiat di Kragujecav, 140 km a sud di Belgrado, dà lavoro a 2.000 dipendenti, di cui circa 300 dirigenti e amministrativi, il resto operai. E tanto basta perché sia steso il tappeto rosso, in un paese dove la disoccupazione è al 25% e l’inflazione al 10. 

La stabilimento è nuovo di zecca, ma le condizioni di lavoro non sono certo confortevoli: turni di dieci ore, quattro giorni la settimana. Quaranta ore, più altre otto di straordinario che ormai sono un’abitudine. E se il caporeparto chiede di lavorare un giorno in più per sistemare qualche pezzo o controllare le macchine, non gli si dice di no, perché non ci si può nemmeno permettere di pensare di perdere il posto di lavoro. La disoccupazione come arma di ricatto.

Per capire quanto sia coinvolto il Governo serbo basta vedere chi gestisce lo stabilimento ovvero la Fas, Fiat Automobiles Serbia, controllata al 66,6% da Fiat e per il resto proprio dall’esecutivo balcanico.

La fabbrica è a pieno regine da qualche settimana e produce l’unico modello davvero nuovo lanciato sul mercato nel 2012: la 500 large, la versione gonfiata dell’icona della casa di Torino, che sul mercato battaglierà con auto come la Citroen C3 Picasso, l’Opel Meriva e la Hyundai ix20. L’obiettivo sarebbe venderne almeno 30 mila entro la fine dell’anno.

Impresa sostanzialmente impossibile, l’impressione è però che Fiat stia facendo rodare lo stabilimento in attesa di compiti più gravosi. A pieno regime, si ritiene che Kragujecav possa tranquillamente sfornare tra le 120 e le 180 mila vetture l’anno, 200 mila per i più ottimisti. I quattro impianti italiani non arrivano a 500 mila insieme.

Fabbrica Serbia è già realtà.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano


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