Pugno di ferro dell’Fbi contro la pirateria informatica: nella giornata di ieri il Boureau ha imposto la chiusura ad oltranza per i popolari siti Megavideo e Megaupload.
L’accusa è quella di aver contribuito a diffondere illegalmente materiale coperto da copyright guadagnando inoltre attraverso gli introiti pubblicitari pubblicati sulle pagine di download e con le sottoscrizioni di abbonamenti premium (per scaricare più velocemente e più file contemporaneamente) degli utenti.
La notizia arriva due giorni dopo che Google e Wikipedia avevano sollevato un polverone virtuale contro il Sopa, la nuova legge anti-pirateria informatica che si sta discutendo in queste settimane in USA: il sito americano della popolare enciclopedia è già in stato di sciopero per protestare contro quella che la maggior parte delle aziende on line erogatrici di servizi vede come una pericolosa limitazione della libertà di espressione su Internet.
Per ora le manette sono scattate ai polsi di Kim Schmitz, fondatore di Megaupload che rischia fino a 50 anni di carcere per i reati di cui sopra, ma è tutto lo staff dirigenziale dei due siti che rischia grosso. Il Dipartimento di Giustizia americano ha stimato che questo tipo di servizi illegali ha causato alle case produzione un ammanco di quasi 500 milioni di dollari.
In nottata (ora italiana) è scattata la contromossa della comunity di hacker Anonymous che ha cinto d’assedio i siti del Dipartimento di Giustizia USA, della Universal, della Recording Industry Association of America (Riaa) e della Motion Picture Association of America (Mpaa).