Addio ad Alain Resnais, il regista di “Hiroshima mon amour”

Creato il 02 marzo 2014 da Filmedvd

Ci ha lasciato sabato 1 marzo, a Parigi, alla veneranda età di 91 anni, uno dei massimi maestri del cinema francese, il mitico Alain Resnais, tra i padri fondatori della Nouvelle Vague e fra i principali innovatori delle regole e delle modalità narrative della settima arte. Nato a Vannes, in Francia, il 3 giugno 1922, Resnais si era interessato al cinema fin da giovanissimo, e a partire dal 1946 aveva iniziato a realizzare documentari incentrati sull’arte e i pittori, fra cui Van Gogh (1948), fino ad arrivare al suo capolavoro nel genere documentaristico, Notte e nebbia (1955), dolorosa ma lucidissima rievocazione della tragedia dell’Olocausto.

Nel 1959, in coincidenza con l’esplosione della Nouvelle Vague, Alain Resnais aveva esordito nel cinema di finzione con Hiroshima mon amour, imprescindibile capolavoro interpretato dall’attrice Emmanuelle Riva e sceneggiato da Marguerite Duras, in cui l’orrore della bomba atomica su Hiroshima si intreccia con una profonda riflessione sul valore dei sentimenti e della memoria. All’enorme successo riscosso da Hiroshima mon amour aveva fatto seguito L’anno scorso a Marienbad, un’altra opera sperimentale basata sulla labilità e sul carattere soggettivo della memoria, premiata con il Leone d’Oro al Festival di Venezia del 1961. Il tema dell’indagine sulla memoria era poi stato ripreso nel 1963 con Muriel, il tempo di un ritorno, interpretato da Delphine Seyrig, mentre nel 1966 Resnais aveva diretto Yves Montand e Ingrid Thulin nell’apprezzato La guerra è finita.

Dopo una serie di progetti di vario tipo, Alain Resnais era tornato a raccogliere consensi al cinema con Stavisky, il grande truffatore (1974), con Jean-Paul Belmondo e Charles Boyer, e con l’acclamatissimo Providence (1977), fascinosa commistione fra realtà, fantasia e subconscio, con John Gielgud, Dirk Bogarde ed Ellen Burstyn. Nel 1980 il regista francese aveva vinto il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes grazie ad un’altra pellicola dalla peculiare struttura narrativa, Mon oncle d’Amérique, con Gérard Depardieu, al quale erano seguiti titoli quali L’amour à mort (1984) e Melò (1986), storia di uno struggente triangolo sentimentale; a questo periodo risale l’inizio della collaborazione fra Resnais e la sua attrice-musa Sabine Azéma, che diventa anche la sua compagna e che sposerà nel 1998.

Negli Anni ’90, Resnais aveva ottenuto altri grandi successi di critica e di pubblico con il dittico SmokingNo smoking (1993), raffinato gioco di “destini incrociati” affidato alla messa in scena di due soli attori, Sabine Azéma e Pierre Arditi, e con la fortunatissima commedia musicale Parole, parole, parole…, ironico film corale sugli intrecci sentimentali di vari personaggi. L’analisi dei rapporti amorosi, declinata in chiave ironica e calata in una struttura fortemente teatrale, era proseguita con Mai sulla bocca (2003), con l’applauditissimo Cuori (2006), premiato con il Leone d’Argento al Festival di Venezia, e con Gli amori folli (2009). Nel 2012 Resnais aveva riunito i suoi attori più fedeli per una sorta di “testamento artistico”, Vous n’avez encore rien vu, mentre il mese scorso aveva presentato al Festival di Berlino il suo ultimo film, Aimer, boire et chanter. Vincitore di cinque premi César, Resnais era stato ricompensato anche con il premio alla carriera al Festival di Venezia 1995.


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