“Quando si arriva a una certa età si pensa alla frase che si vorrebbe sulla propria tomba… Io non voglio una tomba duratura, meglio la nuda terra, perché il corpo con cui risorgeremo non è quello con cui moriamo: dunque è meglio che questo si dissolva al più presto.”
Figlio di un industriale tessile Eugenio Corti venne mandato a studiare al collegio San Carlo di Milano, ed è qui che nacque la sua passione per la letteratura e la scrittura, ma nel 1940 l’Italia entrò guerra ed egli si arruolò.
Fu mandato al fronte russo con il 21° Reggimento Artigliera e si ritrovò a dover sfuggire all’accerchiamento sul fiume Don avendone fortunatamente salva la vita. Va infatti ricordato che in quell’occasione ben 13.000 persone persero la vita. Corti non dimenticò mai la terribile esperienza e la riportò dettagliatamente in seguito nei suoi libri.
Sul fronte ebbe l’occasione di conoscere don Luigi Gnocchi con il quale strinse un’amicizia mai cessata. È lo stesso don Gnocchi a celebrare nel maggio 1951 il matrimonio tra Eugenio Corti e Vanda dei Conti di Marsciano conosciuta quattro anni prima, nel 1947, l’anno della laurea in Giurisprudenza, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Nel 1947 la Garzanti pubblicò “I più non ritornano”, il primo libro di Corti basato sull’esperienza autobiografica della ritirata di Russia. Negli anni seguenti scrisse “I poveri cristi” (1950), “Il cavallo rosso” (1983), “La terra dell’indio” (1998), “L’isola del paradiso” (2000), “Catone l’antico” (2005), “Il Medioevo e altri racconti” (2008) e diversi saggi e lavori teatrali. Alcuni suoi romanzi sono stati tradotti in ben 24 lingue.
L’opera che senza dubbio l’ha portato al successo è stato il romanzo storico “Il cavallo rosso”, tanto da essere considerato una delle opere europee più belle ed importanti del Novecento.
All’età di 93 anni lo scrittore si è spento accanto a Vanda il 4 febbraio 2014, la compagna di una vita, lasciando nel dispiacere il mondo della cultura e gli Alpini che, nonostante lui non ne avesse mai fatto parte, l’hanno sempre considerato uno di loro.
Al funerale erano presenti la moglie, il presidente della Provincia di Monza e Brianza Dario Allevi, l’assessore alla cultura Enrico Elli, il sindaco di Besana Vittorio Gatti ed un folto gruppo di Alpini e di ex combattenti che hanno scortato il feretro.
Written by Rebecca Mais