L'emozione suscitata dalla presentazione con cui Bruce Springsteen introduceva il suo amico Clarence Clemons all'inizio dei suoi concerti, era seconda solo alla gioia di suonare insieme, all'entusiasmo che trasmettevano al pubblico. Tutta la E-Street Band comunicava questa emozione: un unico cuore palpitante che batteva all'unisono con quello della gente che viveva insieme a loro quell'evento indimenticabile che era un concerto di Bruce Springsteen e della E-Street Band. Dico era, perché un prossimo concerto non sarà più come quelli avvenuti fino ad ora. Big Man è morto: ho avuto una stretta alla gola leggendo la notizia stamattina.
Il suo sax non accompagnerà più il Boss con i suoi assoli, non ci sarà più sul palco quella presenza imponente, rassicurante, sorridente. Uno dei ricordi più belli di un loro concerto sono proprio gli sguardi e sorrisi d'intesa che il Boss e Big Man si scambiavano. Significavano tante cose: amicizia prima di tutto, e poi felicità di condividere una passione così grande e di saperla trasmettere a così tante persone.
Come fanno qui in "Jungleland".
Il Boss, sul suo sito, lo ricorda con queste parole:
Clarence lived a wonderful life. He carried within him a love of people that made them love him. He created a wondrous and extended family. He loved the saxophone, loved our fans and gave everything he had every night he stepped on stage. His loss is immeasurable and we are honored and thankful to have known him and had the opportunity to stand beside him for nearly forty years. He was my great friend, my partner, and with Clarence at my side, my band and I were able to tell a story far deeper than those simply contained in our music. His life, his memory, and his love will live on in that story and in our band.