Posto carino, con tanti oggetti d'arte contemporanea sparsi un po' ovunque e i muri dipinti a colori squillantissimi. Lì ho pensato che sarebbe bello avere un'attività del genere, un posto che sarebbe casa mia e casa di viaggiatori. Un posto in cui cucinare le mie torte e raccontare i miei viaggi. Tipo sarei la nuova Tony.
Ma la gente che c'è dentro, esclusi noi, è normale.
Sono tornata alla realtà.
E quando Coralie e Jerome salgono in macchina e mi salutano con le mani fuori dai finestrini, io li guardo allontanarsi lungo la strada. Tiro un sospiro, mi mancava un po' di solitudine, ma allo stesso tempo sento il peso della realtà addosso.
Sento che un capitolo è finito. E sono felice di averlo vissuto, felicissima. Ma triste per il fatto che sia finito.
Ostello vuotissimo, mi sono sistemata lo zaino, ho steso la roba umida dalla sera prima, il sacco a pelo, mi sono fatta una pedicure a bordo piscina e poi mi sono sbattuta sull'amaca. Un'amaca vera, non una fatta con un sacco a pelo, ma non so perchè, quella fatta col sacco a pelo di Mike era più confortevole. Nel pomeriggio sono andata a vedere l'evento del mese. In centro città una regata sul fondo asciutto del fiume. Invece di usare l'acqua come base, si usavano le gambe. Divertente. Solo in Australia..
La sera poi, la botta del viaggio e delle ultime notti a dormire ghiacciati in tenda si fa sentire e mi viene un po' di febbriciattola.
E' stata quella sera che ho aggiornato il blog dall'internet corner del YHA.
Il giorno dopo ho impacchettato tutto, mi sono fatta un giro per la città e alle 2 mi sono incamminata con zainone e borsone verso la stazione dove ho preso il Ghan.
Treno storico che taglia in due l'Australia, da Darwin ad Adelaide. Io l'ho preso a metà percorso, 21 ore di viaggio.. Lungo, ma per una che s'è fatta Milano-Catanzaro con la 127 per non so quanti anni, è una cazzata.. Bel viaggio.
Ho ascoltato molta musica, letto un po', guardato il paesaggio fuori e mangiato le verdure disintossicanti. Di notte ho dormicchiato. Ogni tanto il treno si fermava, mi smuovevo dal torpore del sonno e con mezzo occhio guardavo oltre il finestrino. E avete presente quando vi svegliate e per due, tre secondi non sapete dove siete? Ecco, quando ci fermavamo, guardavo fuori e per quei due, tre secondi pensavo di essere in un'astronave su un pianeta alieno e mi aspettavo che da un momento all'altro venissero creature giganti e mostruose a prenderci e mangiarci in un sol boccone. Ma non da aver paura.
A metà mattina del giorno dopo arriviamo a destinazione. Freddo e pioggia mi accolgono, insieme all'obbligo di buttare tutta la verdura e la frutta fresche per via della quarantena. Porco cazzo..
Il resto del viaggio lo sapete, fuga da Adelaide con l'autobus per sfuggire al vecchio con la parrucca, arrivo a Melbourne all'alba.