Addio Max

Creato il 30 maggio 2014 da Ilnazionale @ilNazionale

30 MAGGIO – La firma forse è solo una mera formalità, il volto dei compratori è ancora mascherato, ma l’accordo finalmente c’è. Ed è quello che conta. La notte di Miami e una stretta di mano martedì scorso hanno consegnato al Cagliari un nuovo proprietario, di cui si conosce ancora molto poco, se non il nome del mediatore ravennate Luca Silvestrone e quello dell’architetto Dan Meis. È un Fondo Americano, dietro il quale lavorano una decina di soci investitori provenienti da tre fondi di investimento con sede a Boston e a Detroit. Tutto qui. Le cifre ancora non sono molto chiare, si parla di un investimento di 82 milioni di euro per la società, per i terreni di Elmas, per il centro sportivo asseminese “Ercole Cellino” (ancora in trattativa la sede di viale La Playa), più altri 85 milioni per il nuovo stadio e 100 per il lancio definitivo. Numeri importanti, grosse somme, che farebbero pensare a chiunque “ma allora dov’è il problema?”. Innanzitutto c’è la questione stadio: Luca Silvestrone venerdì prossimo (30 maggio) dovrà incontrare il sindaco Massimo Zedda per discutere di questo aspetto a dir poco bollente. La Commissione Provinciale di Vigilanza ha infatti deciso di rinviare ancora il parere conclusivo sul progetto di ampliamento del S.Elia presentato dal Comune. In sintesi, si rischia nuovamente l’esilio in Penisola o, nella peggiore delle ipotesi, la mancata inscrizione alla Serie A se entro il 20 giugno non si indica lo stadio per i match casalinghi. Altrimenti si devono trovare alternative all’impianto di via Magellano, possibilmente sarde. Il Comune è disponibile a cercare intese con altri centri isolani e non è impossibile un clamoroso ritorno allo stadio Is Arenas, vista la validità della convenzione triennale con il Comune di Quartu. Ma in tanti si chiedono il perché di tutto questo mistero, il motivo di questa nebbia attorno ai compratori e non mancano gli scettici, i gufi che tifano contro il futuro di quella che potrebbe essere una svolta storica per tutta la città: dopo 22 anni di Massimo Cellino lascerà il suo amore rossoblù.

Un amore non certo tutto rosa e fiori, talvolta un po’ litigarello, vivace e passionale. È l’estate del 1992 quando il trentaseienne imprenditore cagliaritano – il Gruppo Cellino si occupa della commercializzazione di frumento e alimentari derivati – rileva per più di 10 miliardi di lire la società della Cagliari Calcio, precedentemente sotto la gestione dei fratelli Tonino e Ninnino Orrù. Da allora, un percorso lungo e affascinante, certamente non facile, fatto di scelte coraggiose e di sacrifici, ma ricco di tante soddisfazioni. Il ricordo più bello? Neanche a dirlo, la storica qualificazione alla Coppa UEFA nel 1992\1993 sotto la guida di Carlo Mazzone. Dinamo Bucarest,Trabzonspor, Malines, Juventus (detentrice del titolo) eliminate da una squadra arrembante e “incattivita” dagli innesti di Moriero, Pusceddu e di un indimenticabile Oliveira. Solo l’Inter nel ritorno della semifinale (3-2 a S.Siro) stroncherà definitivamente i sogni di gloria della Sardegna, ma i passi avanti sono tanti.

Ventidue lunghi anni, quindi. Ricordi velati dalla nostalgia, fatti, episodi curiosi, partite memorabili, finali di campionato mozzafiato, rapporti umani imperituri, amicizie e personaggi che nel capoluogo isolano hanno lasciato un pezzo della loro vita. Qualcuno non è rimasto nell’isola, qualcun altro ci è ritornato anni dopo e qualcun altro non c’è più ma il suo ricordo è ancora vivo nel cuore dei tifosi.

L’era del Re del Grano è così. Un presidente chitarrista, fondatore del gruppo rock amatoriale dei Maurillos, eccentrico, vulcanico, scaramantico più che mai, ma sempre attento agli interessi della sua società e della sua squadra. Ma i dissapori e gli attriti non sono mancati in tutti questi anni. D’altronde, come in ogni matrimonio che si rispetti. Il Cagliari cammin facendo ha perso la sua identità aggressiva e la sua verve, trasformandosi in una squadra anonima, con salvezze conquistate sul filo del rasoio, 2 retrocessioni in Serie B e mosse di mercato piuttosto discutibili. La girandola di allenatori scartati come le caramelle – 27 allenatori e 36 cambi di panchina – non hanno ammorbidito un rapporto non idilliaco con i tifosi, sempre pronti a contestare le sue logiche ma altrettanto pronti a stare vicini al gruppo nei momenti più bui sino ai giorni nostri. Quando c’è stato da gioire, da soffrire e da pagare, nel bene o nel male, Cellino l’ha fatto. E sempre nell’interesse del Cagliari e di Cagliari.

Ora le strade si dividono, noi con gli americani e lui con gli inglesi del Leeds, ma non è detto che in futuro non possano incrociarsi. Addio no, semmai arrivederci. O meglio, goodbye.

Gianmarco Cossu

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