![ADDIO, MIA AMATA](http://m2.paperblog.com/i/231/2313571/addio-mia-amata-L-AA0Mkj.jpeg)
Bene, preso atto che per godersi questo romanzo non è necessario lambiccarsi il cervello più di tanto, il lettore può concentrarsi sulla splendida costruzione della frase e della battuta secca della quale Chandler si rivela maestro assoluto.
- Che immaginazione avete, giovanotto. Non siete nemmeno capace di aspettare che gli altri aprano bocca.
- Chiedo scusa, signora Morrison. Siccome si tratta per noi di cosa molto importante...
- Questo giovanotto invece non fa nessuna fatica a tenere la bocca chiusa.
- E' sposato - interruppi. - C'è abituato.
Personaggi tratteggiati in maniera impeccabile in poche battute, freddure al limite del cinismo e dell'amarezza capaci però di strapparti spesso un sorriso, un protagonista talmente adeso alla sua epoca e alla sua città che difficilmente si potrebbe trovare altrove o in un ipotetico altroquando, storie torbide e donne appassionanti e questo investigatore stropicciato a girare intorno a loro e alla vicenda.
Ciò nonostante non è Marlowe a cercare l'amata del titolo bensì tal Moose Malloy, un uomo grande e grosso, non più alto tuttavia di un metro e novantacinque e non più alto di un barile di birra. Cerca la sua Velma dopo un pezzo di vita trascorso nelle patrie galere, la cerca e non la trova, proprio come accadeva con la celebre Titina. Dopo un fortuito incontro con questo colosso innamorato anche il nostro eroe rimarrà coinvolto in una faccenda che proporrà risvolti tutti da chiarire. Marlowe si muoverà tra comprimari e avversari di grande interesse resi umani grazie all'inchiostro versato dalla penna di Chandler.
Se si vuole leggere, o addirittura scrivere, di quei personaggi duri, cinici ma che si portano sempre accesa dentro quella fondamentale scintilla di amore e umanità, è qui che bisogna guardare, tra le strade di Los Angeles e tra le pagine di Chandler.
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