I tempi ormai sono quasi maturi ed il progetto Benitez non ha dato i risultati sperati, non che il tecnico spagnolo sia stato una delusione ma non è stato neanche il messia che qualcuno aspettava, in ogni caso il tempo della decisione si avvicina e sono ben poche le ipotesi del rinnovo del contratto che prolungherebbe le nozze tra Napoli e Benitez.
I nomi papabili sono diversi anche se di sicuro ancora non c’è niente, in ballottaggio ci sarebbero: Mihajlovic, Montella e Spalletti . L’ipotesi che sembra essere più vicina alla realtà è quello di Sinisa Mihajlovic ma nel mondo del calcio una notizia non è mai certa fino a quando non viene apposta una firma su un pezzo di carta, per cui tutto può ancora cambiare. Nel caso in cui la scelta dovesse essere fra questi però, è bene conoscere un po’ meglio questi signori che potrebbero sedere sulla panchina del Napoli in qualità di tecnici.
Partiamo dal più quotato Mihajlovic: La carriere di allenatore di Sinisa Mihjlovic è ormai pluriennale, attualmente tecnico della Sampdoria, i suoi esordi da allenatore risalgono al 2006, inizialmente come secondo di Roberto Mancini all’Inter per poi prendere la guida del Bologna nel 2008. Da li parte la sua vera esperienza come tecnico: l’esordio bolognese non è dei migliori e dopo un inizio a rilento viene esonerato per risultati negativi lasciandosi alle spalle 4 vittorie, 8 pareggi e 9 sconfitte in 21 giornate. Dal Bologna si passa al Catania dove fa decisamente meglio facendo conquistare alla squadra il record di punti (45) mantenuto fino al 2013. In quella stagione realizzò 9 vittorie, 9 pareggi e 5 sconfitte in 23 giornate. L’anno successivo lascia il Catania di sua volontà e passa alla Fiorentina dove resterà per un biennio ottenendo i seguenti risultati :15 vittorie, 16 pareggi e 15 sconfitte in 48 giornate. Dopo la Fiorentina giunge alla Sampdoria dove ottiene i migliori risultati, in un biennio (l’ultimo ancora in corso) ottiene questi risultati: 22 vittorie, 19 pareggi e 15 sconfitte.
Dopo le mere statistiche passiamo ad una breve analisi delle impostazioni tattiche che Mihajlovic ha portato nella Sampdoria: in primis il tecnico serbo, ha utilizzato una suddivisione dei compiti ai suoi collaboratori in modo da rendere il lavoro più efficiente, per quanto riguarda l’aspetto tattico si è scelto per la cosiddetta “periodizzazione tattica”, ossia l’assimilazione di un modo di giocare nei suoi principi, che vengono suddivisi in tre categorie, diverse per grado di specificità: i macroprincipi, i principi e i sottoprincipi. Sullo sfondo c’è il modello di gioco, ovvero l’idea di calcio che l’allenatore vuole mettere in pratica, ma ovviamente può capitare che questi principi non vengano rispettati, con le conseguenze del caso. Per quanto riguarda lo stile di gioco, la palla viene tenuta poco e resta poco tempo nella metà campo offensiva perché la sua fase di possesso ha come obiettivo la ricerca immediata della verticalizzazione. L’idea di gioco dunque è semplice: arrivare presto nei pressi della porta avversaria dopo aver impostato l’azione dal basso e, una volta perso il possesso, restare alti e aggredire per recuperare immediatamente la palla.
Spalletti: L’esperienza di Spalletti come allenatore è più lunga ed inizia nel 1994 quando si mette alla guida dell’Empoli che partito dalla serie C1 porta la squadra fino alla massima serie. Dopo qualche esperienza alla guida di Venezia, Udinese ed Ancona, Spalletti giunge alla Roma dove ottiene la sua esperienza più significativa. Guida la squadra dal 2005 al 2009 riportando in 217 giornate totali 118 vittorie, 51 pareggi e 46 sconfitte. Nel 2010 dopo due sole giornate di campionato rassegna le sue dimissione e parte alla volta dello Zenit dove conferma le sue qualità di allenatore facendo vincere alla squadra la Coppa di Russia.
“La Roma di Spalletti”, è senza dubbio ancora oggi il ricordo più bello, l’idea di gioco dell’allenatore era geniale ed innovativa. Il nome di Spalletti è legato indissolubilmente al 4-2-3-1. Questo modulo risulta difficile inizialmente per i giocatori che sono abituati con altri schemi, ma, una volta assimilati gli automatismi, la squadra comincia a girare ottimamente: un’unica punta, inserimenti continui delle mezze punte e terzini che spingono sulle fasce.
Montella: Sicuramente più giovane degli altri due concorrenti (ed anche il più improbabile destinatario del nuovo incarico) Montella inizia come allenatore nella categoria Giovanissimi della Roma per poi passare a dirigere la prima squadra nel 2011. L’esperienza alla prima squadra è breve 13 giornate durante le quali ottiene 7 vittorie 3 pareggi e 3 sconfitte. Dopo una breve parentesi al Catania nel 2011-12 ed aver battuto il precedente record di punti l’allenatore napoletano approda alla Fiorentina dove da prova della sua abilità in qualità di tecnico. In 111 giornate Montella ha ottenuto 55 vittorie, 25 pareggi e 31 sconfitte.
Le impostazione tattiche e lo stile di gioco della Fiorentina di Montella, si distinguono per le seguenti caratteristiche: Difesa a 3, centrocampo composto da calciatori dotati più di tecnica che non di forza e con interscambi di giocatori frequenti che rendono difficile identificare un vero e proprio stile. Tutte le azioni partono dal giro palla dei tre centrali i quali cercano sistematicamente un lato del campo. Nel gioco della Fiorentina si nota quindi la ricerca del gioco veloce con palla a terra affiancata dal potenziale degli schemi sulle palle inattive.
Tre nomi sentiti e risentiti, oltre quelli che giorno dopo giorno fanno capolino tra le speranze ed i sogni dei tifosi, tre allenatori con schemi, carriere e successi diversi tra loro, ma quale potrebbe essere l’allenatore più adatto per il sogno di un grande Napoli vincente?