Guardo la copia di Nel bosco di Aus e provo una stretta alla gola. Ormai l'autografo che serbo in quella prima pagina è l'unico ricordo "mio" di Chiara Palazzolo. Chiara è stata ed è un modello per chi, come me, ha provato a scrivere horror in Italia. Lei è stata la pioniera, l'apripista, la visionaria lungimirante. La trilogia di Mirta Luna è la prima vera storia di vampiri italiana e non ci sono bellocci né sesso acrobatico. Nel Bosco di Aus parla di streghe che non sono riunite in una congrega di fighissime ragazzine, ma di donne rabbiose e insoddisfatte. Chiara per me è stata la speranza di poter avere, un giorno, un vero filone di fantastico in Italia, qualcosa che non scimmiottasse le mode americane ma che potesse parlare al cuore dei lettori e ferirli a sangue. La sua non era una scrittura facile, ma nel momento in cui entravi nel suo meccanismo narrativo diventava un viaggio emozionante, capace di travolgerti e annichilirti.
Chiara se n'è andata. Non ritornerà come Mirta. E mi mancherà, mi mancheranno le sue storie, il suo stile, i suoi personaggi rabbiosi e fragili, cinici e impauriti. Mi mancheranno le sue atmosfere, mi mancherà la capacità di farti girare pagina senza sapere davvero cosa sarebbe accaduto. Chiara è stata la vera grande madre del fantastico in Italia, l'unica persona che in Italia è stata capace di "bucare" il muro di resistenza nei confronti del fantastico per adulti. I suoi libri continueranno a emozionare, la sua scrittura genererà nuovi talenti, come semi gettati nella terra. I suoi detrattori non l'hanno sconfitta. Solo la morte ha avuto la meglio su di lei e sulla sua tenacia.
Avevo avuto l'occasione di incontrarla lo scorso anno al Salone del Libro di Torino. La mia prima videointervista a un'autrice. Il libro appena uscito, la storia fantastica della protagonista Carla e della sua casa nel bosco mi avevano letteralmente stregato. Il piccolo universo di parole che Chiara aveva creato mi aveva portato a salutare l'alba, pochi giorni prima, un'evento che nella mia lunga carriera di lettrice-divoratrice non accadeva ormai da anni. Una vera soddisfazione conoscere un'autrice così gentile, dalla cultura incontestabile e dal lessico ricco e gradevole, e, scusate se mi ripeto, piena di calore e passione. Non sono qui però per lodare Chiara: ma che come recita Antonio nel Giulio Cesare "Il male che si fa vive dopo di noi: il bene è spesso sepolto con le ossa", vorrei tanto che il sincero cordoglio di tutte noi autrici di Diario risuonasse come una piccola lacrima che cade nel mare di tutte le lacrime versate da coloro che la amavano e la stimavano, e che evaporando riuscisse poi a raggiungere l'essenza della nostra cara e compianta amica.
L'articolo di Loredana Lipperini nel suo blog: QUI
L'articolo di Booksblog: QUI
Per Chiara, Tre streghette di Diario