Amico mio, vivo giorni così. Appeso al niente che mi circonda mi sento come in apnea. Ricordi la mia amica? Quella che l'altra settimana ti ho presentato a casa di Giorgio? Chiuso, finito. Lei, come amica, era nello stesso tempo il peggio e il meglio. Del meglio mi è rimasto il ricordo anche perché il peggio l'ha avuta vinta; strano, a scriverlo mi sento come liberato. Allora te la racconto tutta. Ritorno all'inizio di questa storia. Non è vero che dio non gioca ai dadi. Per caso, una mattina di quelle che dal sole in giù è bello tutto, ho incrociato un sorriso e siamo diventati amici.
Giovane, capelli neri, occhi grandi, anche il resto mette di buonumore. Per di più, un discorrere mai banale. Conquistare la sua amicizia è stato un attimo, reciproco. Che cos'è l'amicizia? Quella tra un uomo e una donna, intendo. Quella che secondo alcuni - te compreso - non può esistere. Definirla è complicato, soprattutto se l'amicizia è con una donna. Con lei, da subito, è gioco di parole sul filo della seduzione dove è la sfida, non il desiderio, ciò che seduce, punto e basta
Poi, era da un po' che ci provavamo, finalmente l'altro ieri abbiamo litigato, per il solito niente. Il tempo era maturo, anche per il niente, e così è successo. Senza rimpianti. Alla fine di un lungo duellare via sms, le ho scritto: "Addio, carissima stronza".
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