Unilever aprirà una fabbrica di saponi in Etiopia, primo passo per replicare un “modello Vietnam” che suscita in realtà soprattutto timori. Ad annunciare la decisione è stata la multinazionale anglo-olandese, una delle più importanti nel campo dell’alimentazione, delle bevande, dei prodotti per l’igiene e per la casa.
Secondo Dougie Brew, responsabile per l’Africa di Unilever, la multinazionale ha preso in affitto terreni in una “zona industriale speciale” situata circa 30 chilometri a sud-est di Addis Abeba.
Nell’impianto ha precisato che saranno prodotti saponi ma ,in un secondo tempo, Unilever dovrebbe puntare sull’alimentare.
“Abbiamo deciso di investire a lungo termine in Etiopia – ha detto Brew – per via delle dinamiche demografiche, di una crescita diffusa e dell’opportunità di creare dal nulla un modello imprenditoriale inclusivo e sostenibile”.
Le intenzioni manifestate all’apparenza gratificherebbero chiunque, specie se il lavoro è una risorsa indispensabile per la pluralità delle famiglie ma si teme il “modello Vietnam”, tutto profitti per la multinazionale e totale assenza di diritti sindacali per i lavoratori.
L’Etiopia ha una popolazione di oltre 90 milioni, seconda in Africa solo alla Nigeria.
Secondo il Fondo monetario internazionale (Fmi), il Prodotto interno lordo (Pil) è cresciuto in media del 9,3% negli ultimi quattro anni e nel 2014 potrebbe aumentare ancora dell’8%.
Nella foto un'immagine del centro città di Addis Abeba
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)