Adele Blanc-Sec e l’enigma dei sequel mancanti

Creato il 30 marzo 2015 da Postscriptum

N el 2010 uscì nelle sale un film basato su una serie di graphic novel francesi risaltenti alla seconda metà degli anni 70 e intitolate Les Aventures Extraordinaires d'Adele Blanc-Sec. Il film in questione, di conseguenza, si intitola Adele e l'enigma del faraone; dico perchè essendo una produzione francese, il titolo originale era esattamente lo stesso dei fumetti mentre qui da noi, come al solito e di conseguenza, è stato tradotto con un titolo a caso basta che ci fosse il nome della protagonista e uno dei personaggi della storia.

Già che qualche giorno fa si parlava di mummie e sequel anche in questo caso c'entreranno vecchi bacucchi avvolti da carta ingienica secolare e sequel: la differenza sta nel fatto che su questo film pende una terribile maledizione che a voler essere proprio sinceri, per tutti noi è una benedizione.

Tra le mille sciagure, iatture e malanni che gli egizi si inventavano per impedire che razziatori di tombe senza scrupoli saccheggiassero le loro tombe c'è n'è una che ha afflitto questo film, tra l'altro ben diretto da Luc Besson prima che si desse il piccone sui piedi con Cose Nostre e Lucy. La maledizione che affligge Adele e l'eligma del faraone dice così:

Io, Cellulosis, maestro del cinema di Ramses II, maledico chiunque riesca a trarre bene un film da un fumetto facendo scomparire qualsiasi fotogramma faccia pensare a un sequel di quel film.

E infatti Adele e l'enigma del faraone è stata pensata come una trilogia ma a cinque anni dalla sua prima proiezione non solo non si parla di sequel in corso di registrazione ma addirittura Luc Besson sembra aver perso tutta la sua bravura visto quanto sono penosi i suoi due ultimi lavori di cui parlavo prima. Che la maledizione di Cellulosis abbia colpito?

Fatto sta che a me Adele e l'enigma del faraone è piaciuto assai.

Mi è piaciuto sostanzialmente per due motivi: cerca di rimanere lontano dai canoni hollywoodiani (e ci riesce molto bene) e poi perchè è dannatamente divertente senza avere grandi pretese.

La trama, lo ammetto, non è delle più originali: Adele è una specie di dottoressa, scrittrice, esploratrice che vuole riportare in vita un vecchio medico egiziano sfruttando i lavori del celebre professor Marie-Joseph Esperandieu, il quale nell'esercizio dei propri poteri sensoriali riesce a riportare in vita uno pterodattilo che infesterà i cieli di Parigi. A questo punto tra indagini condotte da poliziotti macchietta, cacciatori al cui confronto Porky Pig sembra Bear Grylls e battute al vetriolo seguiremo la bella Adele nel suo mondo avventuroso e nel suo personalissimo scopo che non vi svelo.

Dico bella non per dovere di cronaca ma perchè l'attrice che hanno scelto per impersonarla, tale Louise Bourgoin, è veramente bella. Vedere per credere.

Non stiamo certo parlando di un capolavoro del cinema ma nessuno ha detto che si debba vivere di soli capolavori, spesso un film risulta ben fatto perchè diverte e basta. Sarebbe da stupidi andare a sottolineare le inesattezze storiche di Adele e l'enigma del faraone: a nessuno interessa sapere che la locomotiva che si vede in una certa scena non era ancora stata inventata nell'epoca in cui è ambientata la storia (ma solo pochi anni dopo) così come pochissimi si accorgeranno di statue che sono state installate a Parigi dopo la seconda guerra mondiale e non prima; ma chi guarda queste cose quando hai una bella esploratrice impegnata a far risorgere un antico medico egiziano mentre uno pterodattilo circola allegramente nei cieli parigini? Certo, detto così sembra quasi uno scorcio di un trashone da antologia ma non è così. Alla fine non si tratta nè di un film sulla storia della ferrovia francese nè sull'arte di Parigi quindi...

Adele e l'enigma del faraone è costruito con grande eleganza, le scene d'azione non disturbano così come la comicità e l'ironia non sono invasive e forzate ma bensì calibrate con ottimi tempi comici. Parecchio bella, a mio avviso, la struttura della sceneggiatura molto simile al fumetto con una voce fuori campo che introduce i personaggi e sottolinea i passaggi fondamentali della storia.

La fattura del film mi è sembrata accogliente come se si trattasse di una prima puntata di una serie tv, nel senso che di carne al fuoco c'è n'è parecchia ma evidentemente Besson e gli sceneggiatori hanno fatto parecchia attenzione a non perdere il filo della trama privilegiando la precisione sulla velocità della narrazione.

Se un appunto si può fare, lo si deve fare alla caratterizzazione dei personaggi perchè se è pur vero che Adele conquista subito l'attenzione è altrettanto vero che altri personaggi, come il cattivissimo dottor Dieuleveult (Mathieu Amalric ), che ostacola Adele all'inizio del film ma poi scompare per tutta la durata dello stesso, non risultano facilmente inquadrabili.

Di questo film hanno parlato pochissimo e forse pochissimi lo conoscono anche e soprattutto perchè quella traduzione del titolo indegna ha rivolto la pellicola verso un pubblico di ragazzini (cosa sbagliatissima), senza contare la totale disinformazione dello spettatore medio italiano che se non vede il logo Marvel o DC Comics non capisce che si può trattare dell'adattamento di un fumetto.

Per me, Adele e l'enigma del faraone è stato un bel film da recuperare nel segno di "guarda le recensioni dei siti che parano di cinema ma decidi con la tua"..

Tags: adele blanc-sec, Adele e l'enigma del faraone


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