E tre.
Dopo aver venduto per 77 milioni di Euro il 9,07% delle proprie azioni alla Adidas (nel 2001) e per 90 milioni di Euro il 9,09% alla Audi (nel 2009), il Bayern Monaco sta valutando l’opportunità di cedere un’ulteriore quota del 9% ad un terzo azionista-sponsor, per un controvalore di circa 100 milioni di Euro.
Questo consentirebbe di azzerare completamente l’impatto dell’investimento sull’Allianz Arena, costato all’epoca 346 milioni di Euro, e che a questo punto, considerando gli apporti di capitale proprio complessivi ed i ricavi da vendita dei naming rights, sarebbe di fatto libero da ogni debito ed in grado di garantire un flusso di cassa positivo decisamente interessante alla squadra, forte dei circa 70 milioni di Euro all’anno di ricavi da botteghino (matchday revenues).
Questo esempio deve servire da lezione nel dibattito nazionale sugli stadi di proprietà.
Il Bayern, infatti, è riuscito a realizzare ciò che nessun altra squadra europea ha fatto: costruire uno stadio nuovo senza scaricare i costi dell’investimento sui tifosi.
Ma ha potuto farlo perché capace di attrarre, anche per questioni geografiche, soci che – insieme – hanno portato (e porteranno) complessivamente 270 milioni di Euro di capitale fresco nelle casse della Società, oltre alle sponsorizzazioni commerciali.
Fra apporto di capitale e cessione dei naming rights, la cifra raccolta coprirà il 100% dell’investimento iniziale.