A tutt’oggi, i nostri prestigiosi istituti culturali, musei archivi e biblioteche, distribuiti su tutto il territorio provinciale, insieme ai loro utenti, ancora non sanno “se”, “quando” e “come” avverrà la riassegnazione, a seguito della soppressione delle Province, e quindi a “quale ente” sarà assegnata la loro competenza: chi sarà chiamato a finanziarli, a occuparsi delle loro attività e prendersi carico del loro personale. Il rischio è che per molti beni culturali vadano incontro a una drammatica chiusura o a un drastico ridimensionamento di attività e servizi. I Musei e la biblioteca provinciale costituiscono un punto di accesso privilegiato alla conoscenza, rappresentando una condizione essenziale per l’apprendimento permanente, l’indipendenza nelle decisioni, lo sviluppo culturale dell’individuo e dei gruppi sociali; il Manifesto Unesco per le biblioteche vede in queste strutture una “forza vitale per l’istruzione, la cultura e l’informazione e come agente indispensabile per promuovere la pace e il benessere spirituale delle menti di uomini e donne”.
Togliere questi luoghi di Cultura dal suo “gestore” naturale quale potrebbe essere il Comune non solo nuoce al territorio; di questo mi spiace constatare che gli eletti non hanno mosso un dito, ma inficerà significativamente sul buon andamento dei medesimi.
Per questo, conclude Ribaudo, sarebbe il caso che i consiglieri comunali, con il Sindaco, presentino un ordine del giorno per impegnare il Presidente della Giunta Comunale e la Giunta stessa a farsi carico della gestione dei Musei e della Biblioteca provinciale, in considerazione del ruolo e dei compiti istituzionali attribuiti ai Comuni in questa materia, così da garantire la prosecuzione delle funzionalità e dei servizi esistenti; a contribuire in maniera attiva alla realizzazione di un Polo culturale con l’obiettivo di riunificare in maniera funzionale la Biblioteca provinciale e il Musei provinciali, favorendo la relazione tra il Ministero dei beni e delle attività culturali e del Turismo, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Provincia di Gorizia, finché essa rimarrà attiva.