Mai come oggi vorrei essere spagnolo. E non perché arrestano Scajola, spunta Mani Pulite 2.0 (ah, le schede svizzere di Moggi), proprio Moggi rilegge la moviola dello sfondamento di Ronaldo (il vero errore di Ceccarini fu non espellere il Fenomeno per tentato omidicio del bandito Iuliano), arrestano pure Ferdinando Minucci (e quindi azzerano poco meno di un decennio di basket italiano), Renzi rinvia il tempo delle riforme (adesso pure lo ammette, qualcuno se ne stava accorgendo).
Un paese meraviglioso, in cui è consentito essere garantisti per Scajola come per Genny, cos’altro possiamo volere di più? Eppure, mai come oggi vorrei essere spagnolo.
In Spagna, dove il caldo è più caldo, il mare è più blu, la paella è più paella, stanno vivendo la più bella Liga dai tempi di Cervantes e si godranno pure una finale di Champions nel giardino di casa. Come si giocasse Triestina-Ponziana.
Basta questo per sognare La Jonquera. E tanto altro.
¡Oh insigne sinfonía de colores!
¡Oh la ilustre paella,
por fuera con su blusa de colores,
quemadita por dentro con ansias de doncella!
¡Oh policromo plato colorista,
que antes que con el gusto se come con la vista!
concentración de glorias donde nada se deja.
Compromiso de Caspe entre el pollo y la almeja.
¡Oh plato decisivo:gremial y colectivo!
¡Oh plato religioso
donde todo es hermoso
y todo se distingue, pero nada esta roto!
¡Oh plato liberal donde un grano es un grano
como un hombre es un voto!
José María Pemán