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Adolescenti: regolazione delle emozioni, stress sociale e capacità di coping. Una ricerca sul campo. 1 parte

Da Psychomer
by Paola Sacchettino on gennaio 16, 2012

Gli studi sui problemi comportamentali di ragazzi in età scolastica e sui comportamenti devianti e antisociali nell’adolescenza, sostengono che questi siano associati a conflitti e tensioni che i bambini sperimentano presto nella loro vita, soprattutto quando presentano un attaccamento insicuro con i propri genitori. Differenze individuali e temperamento giocano un ruolo importante nel modo in cui i giovani danno importanza ad un fattore di stress (Achenbach et al.,1987)

Monique Boekaerts (Center for the Study of Education and Instruction, Leiden University, The Netherlands), nel 2002 ha effettuato una ricerca, analizzando come la regolazione emozionale ed il goal framing (modo con cui gli  adolescenti danno significato agli stressors) siano collegati alla scelta di strategie di coping.

L’autrice esamina un gruppo di adolescenti relativamente a come essi reagiscono ad uno specifico stressor sociale: il conflitto con l’autorità dei genitori; la ricerca è focalizzata sugli obiettivi degli studenti visti come un incentivo per agire e va oltre la teoria sull’appraisal, ovvero la valutazione immediata ed automatica di un evento considerato come positivo o negativo per il benessere e gli scopi individuali (Lazarus e Folkman, 1984 e Lazarus, 1991), sottolineando che gli obiettivi degli studenti determinano la direzione, il contenuto e lo scopo delle loro azioni in generale e le loro strategie di coping in particolare.

La Boekearts parte dai modelli di studi precedenti, i quali hanno fatto una distinzione tra strategie di coping focalizzato sul problema e quello focalizzato sulle emozioni (approccio ed elusione). Generalmente si crede che il coping focalizzato sul problema porti più benefici per affrontare le difficoltà rispetto al coping focalizzato sulle emozioni (Boekearts e Spangler et al., parlano entrambi di coping riferendosi al termine introdotto da Lazarus nel 1966, che indica l’insieme delle strategie cognitive, mentali e comportamentali messe in atto da una persona per fronteggiare una situazione di stress).

Molti autori hanno sostenuto che senza conoscere l’obiettivo dell’individuo è quasi impossibile fare ipotesi sull’efficacia della strategia di coping, messa in relazione con un particolare fattore di stress (cf. Boekaerts,1996).

Le strategie di coping si dividono in due schemi, in base a fattori analitici: combattere il fattore di stress (lo stressor) o fare in modo di accettarlo.

La Boekearts ha esaminato la relazione fra tali due schemi di coping ed i vari aspetti  della rappresentazione mentale dello stressor da parte degli studenti, sostenendo che il modo in cui gli studenti elaborano lo scopo del coping  avrebbe effetti sulle strategie di coping utilizzate. Sono stati testati gli effetti diretti delle strategie di coping, la regolazione delle emozioni ed il supporto sociale sull’intensità dello stress, così come gli effetti moderati del tipo  di coping utilizzato nel rapporto tra regolazione emozionale e stress provato. Si pensa che alcuni tra i più giovani considerino il conflitto con l’autorità dei loro genitori come un normale aspetto del quotidiano, mentre altri lo vedano come una sfida dello sviluppo.

Continua…

 


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