Ed eccoci nuovamente insieme con la rubrica
#adottaunlibro (
vi è mancata.. su.. ammettetelo.. e non vi sarà fatto alcun male! ) insieme ad una delle mie scrittrici preferite e ad un romanzo che mi ha rapito anima e corpo, restituendomeli indietro decisamente malconci sotto ogni punto di vista.
Un romanzo potente ed intimo, personale e coinvolgente. Un romanzo pieno di domande taciute e di segreti celati. Un romanzo che saprà conquistarvi con la sua umana delicatezza pagina dopo pagina!
Casa Editrice : Corbaccio
Prezzo : 16.40€
Pagine : 500
Data di Pubblicazione : 26 Giugno 2014
Sage Singer è una ragazza solitaria. Evita ogni contatto con il mondo, nasconde il proprio volto sfregiato in seguito ad un incidente, si rifugia in una relazione clandestina perchè le consente di non impegnarsi fino in fondo. Ha scelto di fare la panettiera, soprattutto per lavorare di notte, nell'isolamento della sua cucina. L'unico a fare breccia nella prigione quotidiana in cui si è rinchiusa Sage è un anziano signore di origine tedesca,
Josef Weber, insegnante in pensione, benvoluto da tutti nella piccola comunità in cui vive. Ma un giorno Josef rivela alla ragazza un segreto terribile, confessandole il suo passato di SS e guardia nel campo di prigionia di Auschwitz. Non solo, le chiede il perdono per i suoi crimini e di aiutarlo a morire. Sage, di famiglia ebraica ma atea, è tormentata da un dilemma atroce: sua nonna, Minka, è una sopravvissuta dei campi di concentramento e solo dopo sessanti anni dopo quell'atroce esperienza prende il coraggio di rivelare alla nipote il baratro in cui è sprofondata durante la deportazione.
Come si può reagire quando si capisce che la persona che ha di fronte incarna il male assoluto? E' possibile cancellare un passato criminoso con un comportamento irreprensibile? Si ha il diritto di offrire perdono anche se non si è la vittima diretta di un'ingiustizia?
Dopo
La Custode Di Mia Sorella Jodi Picoult non ha affatto deluso la mia seconda lettura. Affascinata dal titolo e colta da un improvviso istinto durante un pomeriggio di shopping con mia madre, inevitabilmente terminato in una libreria, ho acquistato questo libro senza pensarci due volte, senza leggerne la trama o la prefazione. E, devo ammetterlo, il mio sesto femminile da lettrice compulsiva non smette mai di sorprendermi!
Il romanzo ruota attorno ad una delle pagine più oscure della storia umana contemporanea, quella dell'Olocausto. Un racconto che parte da lontano, attraverso ricordi ed orrori celati, fino ad esplodere nel presente quando la vita, portata avanti dal suo autoritario destino, espone tutte le carte in tavola con un esemplare intreccio di esperienze e di vite che, inevitabilmente, esigono pronte risposte ed immediate decisioni.
Sage Singer nipote di una sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz; è una ragazza che vive circondata di ben pochi affetti, con un lavoro notturno che la tiene al riparo da occhi indiscreti, cullata da una costante solitudine che erge a suo scudo protettivo e bloccata in una relazione che non avrà mai un futuro oltre quelle quattro mura, uniche testimoni di un amore povero e clandestino. L'unico a fare breccia in quella sua prigione personale è
Josef Weber, all'apparenza un pacifico vecchietto, amante delle cose semplici, filantropo ed insegnante oramai in pensione che nasconde un passato tutt'altro che rassicurante:
è un ex SS e guardia nel campo di concentramento di Auschwitz. L'uomo facendo leva sull'amicizia e l'affetto che indubbiamente li lega, si spinge oltre chiedendo all'ignara e stupita Sage il perdono finale attraverso la morte; quella stessa morte che, pochi decenni prima, aveva portato a uomini, donne e bambini innocenti! Ed è proprio da quella richiesta che si scateneranno
scoperte e ripensamenti,
nuove conoscenze e
primi amori in un intreccio tra passato e presente che avrà, come suo apice, la verità su fatti e persone, comparse e protagonisti. Più voci narranti si alternano nella scrittura della Picoult, magistrale come sempre nel riannodare perfettamente il filo dei ricordi sepolti da troppi anni e delle emozioni che scuotono un presente a lungo taciuto. Di
Intenso Come Un Ricordo ho molto apprezzato il parallelismo utilizzato dalla scrittrice per unire la storia romanzata di
Minka e la realtà dei campi di sterminio nazisti. Un parallelismo indubbiamente
forte e coinvolgente che accompagna il lettore attraverso ogni singola pagina. Ci troviamo sicuramente davanti un romanzo potente, considerato anche il contenuto che viene trattato come massimo rispetto e sensibilità, ma, allo stesso tempo,
semplice e lineare, per nulla costruito o artificioso, come d'altronde la Picoult ci ha sempre così ben abituato nei suoi precedenti lavori attraverso uno stile quasi cinematografico.
«
Un racconto può essere molto potente. Può cambiare il corso della storia. Può salvare una vita. Ma può anche essere un buco nero, o le sabbie mobili, in cui si rimane impantanati, incapaci di scrivere per liberarsi.. Sta a noi, alla nostra coscienza, scegliere la strada da prendere! »
Procedendo con la lettura viene quasi spontaneo immedesimarsi nella sua protagonista e se le sue stesse domande ed i suoi stessi dubbi affolleranno la vostra testa, non preoccupatevi!, è del tutto naturale. Perchè dopotutto ci troviamo davanti ad una questione che non può che scuotere menti e coscienze; perchè il mondo non è fatto solo di bianco e di nero, ma, soprattutto, perchè la linea che separa il bene dal male è così sottile da non essere, in molti casi, nemmeno percepita!
E se quel perdono così intensamente richiesto e fortemente negato, alla fine, non fosse altro che cieca giustizia personale?
Allora Lettori, aspetto il vostro parere :)Cosa ne pensate? Lo avete già letto o addocchiato tra gli scaffali di una libreria?Fatemi sapere,C.