Sull'onda di quanto apparso sul blog di un amico recentemente diventato zio grazie alla sorella diciassettenne, anch'io, dopo più di un anno nell'ombra, ho deciso di fare outing: sono papà! E senza neanche essere sposato, per giunta!
Lei (perchè di una lei si tratta), si chiama Dofe Kenford e, prima che piovano insulti vari sulla qualità del nome di battesimo, mi affretto a comunicare che la piccola Dofe vive a diverse migliaia di km di distanza dalla nostra ridente Lombardia, in un villaggio sperduto del Malawi che si chiama Kanyama 2 (il bello della carta stampata, o bloggata che dir si voglia, è questo salvarmi quotidiano dall'imbarazzo di pronunciare fonemi incompatibili con la mia lingua). Per chi non lo avesse ancora capito non vi sto raccontando di una sfortunata avventura sessuale con un'africana di 30 anni. Ho "solo" (si fa per dire!), adottato a distanza insieme a Cinzia una bambina nata in una delle zone più povere del mondo, nell'utopia (forse non così lontana dalla realtà) di regalare a lei e alla sua comunità un futuro un po' migliore.L'ho fatto grazie ad un'associazione che si chiama ActionAid di cui, spero, molti di voi avranno già sentito parlare. Chissà, qualcuno magari avrà anche elargito proprio a loro, senza rifletterci troppo, 1 o 2 euro del suo prezioso credito telefonico mandando un messaggio ad un numero passato in sovraimpressione in TV.
Dofe è nata nel 2000 (papà a 16 anni!), parla una lingua che si chiama Sena, è cristiana e sta imparando a leggere e scrivere a scuola (probabilmente è già arrivata ad un livello tale da consentirle di fare la parlamentare in Italia, ma ho idea che sarebbe il colore della pelle a darle qualche problema in più!). Ha 3 fratelli (lei è la più grande), vive in una piccola casa fatta di mattoni con il tetto di paglia e, con la sua famiglia, possiede un piccolo terreno dove trova modo di coltivare sufficiente quantità di cereali e verdure per il fabbisogno familiare.Detto così non suona poi tanto male, quasi bucolico. Ma ActionAid, che ha i piedi un po' più a terra, ci tiene a ricordare che nella zona dove abita una famiglia benestante possiede una bicicletta e ha da mangiare per soli 6 mesi l'anno (e stiamo parlando di solo il 10% delle 195.000 persone della regione. Le altre, come si può immaginare, se la passano molto peggio). Regione che, pur essendo grande quasi come la Lombardia, conta solo 100 scuole primarie (contro le 7000 dei "lumbard"). Le classi, ovviamente, sono sovraffollate (in media più di 75 alunni). Il risultato è che il tasso di analfabetismo è al 59%.Dofe ha anche la sfortuna di essere donna e, in Malawi come in altri posti dell'Africa sub-sahariana, le donne sono considerate inferiori agli uomini. Non hanno diritto alla proprietà delle terre che coltivano (anche più degli uomini) e, appena raggiunta la pubertà, vengono costrette a sposarsi, spesso vittime di abusi e violenze. Il rischio di contagio dell'AIDS è elevatissimo (un terzo della popolazione è HIV+, in maggioranza donne).
Qualche post fa mi trovavo su queste stesse pagine a tirarmi un paio di bretelle immaginarie, col mio solito narcisismo, celebrando una piccola soddisfazione "editoriale". Quanto vi sto scrivendo in questo momento ha un fine completamente diverso che, penso, si possa esprimere così:
Solitamente vantarsi della propria beneficenza è quantomeno di cattivo gusto (...) questo genere di cose hanno bisogno di uno stimolo, un’occasione per essere attuate: insomma, tutti sanno che esistono le adozioni a distanza, ma è forse solo con il passaparola o quando un amico ne parla che si prende in considerazione seriamente l’idea. Lo faccio io, e così sembra naturale farlo anche a te, e così via, e forse parlandone un po’ anche qualche altro bambino sorriderà in una fotografia nelle case di nuovi zii a distanza.
Di zii non si tratta, in questo caso, ma poco importa.Chiariamoci: talvolta danno fastidio anche a me quei ragazzi in pettorina rossa, con un plico di volantini in mano, che ti placcano all'uscita della metro, magari dopo una giornata storta, proprio quando sembra che il mondo ce l'abbia con te. E magari piove. E magari ti trovi proprio davanti alla vetrina di un McDonald. Di solito passo oltre, a metà tra lo scocciato e la tentazione di cedere a un senso profondo di colpa. La colpa di chi si lamenta sempre un po' di tutto pur sapendo che, in fondo, non gli manca niente.Dicono che la retorica e il passaparola funzionino. Non so quanto crederci, di questi tempi così aridi. Ma tentar non nuoce, e se anche solo uno di voi andrà su questo sito e deciderà di adottare un bambino più sfortunato che se ne sta seduto in una capanna centinaia di km sotto il Sahara aspettando solo quello, vorrà dire che non sarò andato a letto così tardi invano:
www.actionaid.it
PS. Da quando la conosciamo Dofe ci ha già mandato due fotografie (che potete vedere), una lettera e un bel disegno. Che ci crediate o no, quando rientro a casa e la vedo che ci regala un sorriso di bentornati dalla bacheca provo una soddisfazione particolare!
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